Ristorante, approvata la maxi tassa ‘coperto’: 12€ solo per sedersi al tavolo | Ti metti a piangere dopo il caffè

Gancio della borsa (cataniaoggi.it-social)

Il caso del gancio per la borsa, quando il conto sorprende i clienti: i supplementi curiosi nei ristoranti

In Italia non mancano gli episodi che fanno discutere legati a supplementi insoliti nei ristoranti: dal costo extra per tagliare un croissant, ai 50 centesimi richiesti per un piattino aggiuntivo, fino a voci misteriose sugli scontrini. Stavolta, però, la vicenda arriva da Ibiza e ha fatto il giro del web perché un gruppo di clienti si è visto addebitare ben 12 euro solo per aver utilizzato un gancio da tavolo per appendere la borsa.

La protagonista della storia è Laura, un’utente di X (ex Twitter), che ha deciso di condividere l’esperienza con i suoi follower. Durante una cena con amici, una cameriera del locale aveva proposto di appendere le borse a un piccolo gancio fissato al tavolo. Dopo un iniziale rifiuto, il gruppo aveva accettato la proposta, senza immaginare che quel gesto sarebbe costato caro.

La sorpresa è arrivata al momento del conto: sullo scontrino compariva infatti la voce “gancho bolsa” con un supplemento di 12 euro. Nessuno dei presenti era stato avvisato che il servizio fosse a pagamento e la giustificazione del personale ha lasciato i clienti ancora più perplessi. Alla richiesta di spiegazioni, infatti, è stato detto loro che potevano persino portarsi a casa il gancio, come se l’importo fosse da intendersi come acquisto. Dopo le proteste, il ristorante ha emesso un nuovo scontrino eliminando la voce contestata.

Il post di Laura ha superato in poco tempo le 500.000 visualizzazioni e generato migliaia di commenti. Molti utenti hanno definito l’episodio assurdo, paragonandolo ad altre esperienze simili vissute in passato. Qualcuno ha raccontato di aver pagato un euro per una voce generica indicata come “vari”, altri hanno ricordato supplementi per stoviglie, posate o addirittura per il ghiaccio nel bicchiere.

Tra indignazione e ironia

Accanto alla rabbia dei consumatori, non sono mancati commenti ironici. Diversi utenti hanno scherzato sulla fantasia degli esercenti nel trovare nuovi modi per far lievitare il conto. Qualcuno ha persino ipotizzato che, di questo passo, si potrebbe arrivare a pagare anche per l’aria condizionata o per l’uso della sedia. Un modo leggero per sottolineare, però, un problema serio legato alla trasparenza dei prezzi.

La vicenda ha richiamato l’attenzione della OCU, l’Organización de Consumidores y Usuarios spagnola, che ha messo a disposizione dei clienti un link per presentare una segnalazione formale. Secondo le associazioni, un servizio accessorio può essere addebitato solo se compare chiaramente nel listino prezzi e se viene comunicato preventivamente al cliente. Diversamente, il rischio è che il costo venga considerato scorretto e contestabile.

Conto al ristorante (cataniaoggi.it-social)

Un fenomeno sempre più frequente

Quello accaduto a Ibiza non è un episodio isolato. Negli ultimi anni, in Italia e all’estero, si sono moltiplicate le segnalazioni di costi extra inattesi. Dal supplemento per dividere un piatto al costo del coperto in ristoranti turistici, fino a maggiorazioni per richieste minime, ogni dettaglio può trasformarsi in una voce di spesa. Questi episodi, una volta condivisi sui social, diventano virali e alimentano il dibattito sull’onestà del settore.

Alla base di queste polemiche resta una questione di fiducia. I clienti non contestano tanto il prezzo in sé, quanto la mancanza di chiarezza e l’effetto sorpresa al momento del conto. La lezione che emerge dal caso di Ibiza è chiara: la trasparenza deve essere al centro del rapporto tra ristoratori e consumatori, perché solo così si può evitare che un pranzo o una cena si trasformino in una vicenda virale di indignazione collettiva.