Figli, da ora è OBBLIGATORIO averli: il governo pensa a misure senza precedenti | Se non li fai c’è il gulag
Obbligo di fare figli (cataniaoggi.it-pexels) (2)
La sfida demografica investe tutto il mondo, una legge contro la propaganda “senza figli”, ecco cosa prevede e le sanzioni
Nessun Paese è esente da quel «male» che accomuna molte nazioni del pianeta: una popolazione che invecchia mentre i tassi di natalità continuano a calare. Un fenomeno che, sebbene diffuso, assume contorni particolarmente drammatici in un Paese impegnato in una guerra lunga e costosa come quella in Ucraina. Per Mosca, il problema non è soltanto sociale ma diventa anche strategico, tanto da spingere la politica verso soluzioni sempre più radicali e distopiche.
La Duma di Stato ha approvato all’unanimità una legge che vieta la cosiddetta propaganda «senza figli». L’obiettivo dichiarato è contrastare il crollo del tasso di natalità, sceso ai minimi da 25 anni a questa parte. Il Cremlino ha definito la situazione «catastrofica», aggravata dalle perdite umane dovute al conflitto. La nuova normativa si inserisce in un quadro repressivo più ampio, che già include divieti contro la promozione di stili di vita non tradizionali e contro le critiche alla guerra.
Il presidente Vladimir Putin insiste da tempo sul recupero dei «valori tradizionali» come risposta al declino dell’Occidente. Tra questi, la famiglia numerosa occupa un posto centrale. Putin ha più volte incoraggiato le donne ad avere almeno tre figli, considerandolo un dovere civico e patriottico. Nonostante incentivi economici e bonus alla maternità, il governo ha deciso di colpire anche i messaggi che presentano la scelta di non avere figli come un’opzione legittima o desiderabile.
La normativa vieta qualsiasi forma di comunicazione, dai media tradizionali al cinema, passando per internet e pubblicità, che promuova la vita senza figli. Chi non rispetta il divieto rischia multe fino a 4.000 dollari per i privati e 50.000 per le persone giuridiche. In pratica, esprimere pubblicamente o anche solo in contesti privati l’idea di non volere figli potrebbe essere interpretato come propaganda. Una stretta che mira a influenzare non solo la sfera pubblica, ma anche quella intima e personale.
Dati preoccupanti
I numeri confermano la gravità della situazione. Nella prima metà del 2024 si sono registrate 599.600 nascite, 16.000 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023 e il dato più basso dal 1999. I decessi, invece, sono aumentati di 49.000, mentre l’immigrazione – pur in crescita del 20% – non basta a compensare la perdita naturale. Secondo le stime della CIA, la Russia rientra oggi tra i quaranta Paesi con i tassi di natalità più bassi al mondo.
Molte donne russe contestano la misura, sottolineando che il problema non è la propaganda ma la mancanza di risorse economiche. “Le persone vogliono figli, ma non ci sono soldi”, afferma Alina Rzhanova di Yaroslavl. Anche Yana, di Mosca, sostiene che garantire condizioni di vita dignitose sarebbe più utile che introdurre divieti. La scelta di avere un figlio, osservano in tante, dipende più dalla stabilità finanziaria e sociale che da messaggi culturali.
Una misura politica più che demografica
Gli esperti mettono in dubbio l’efficacia della legge. Il demografo Alexey Raksha ritiene che il divieto non avrà alcun impatto sui tassi di natalità, trattandosi piuttosto di una decisione politica e ideologica. Solo una piccola percentuale della popolazione – circa il 2,4% delle donne e il 3,5% degli uomini – ha dichiarato di non volere figli. Per l’analista Ilya Grashchenkov, il vero obiettivo del Cremlino è rafforzare l’opposizione ai valori occidentali, presentando la Russia come baluardo della famiglia tradizionale.
In definitiva, la nuova legge riflette l’insistenza del governo russo nel porre la famiglia tradizionale al centro dell’identità nazionale. Tuttavia, come accaduto in altri Paesi, la spinta demografica difficilmente arriverà da divieti e restrizioni. Più che sanzionare la libertà individuale, sarebbe necessario intervenire sulle condizioni di vita, sui salari e sulla sicurezza economica. La natalità, infatti, non cresce per decreto, ma per fiducia nel futuro.