Avviso ai correntisti: se hai meno di questa cifra in banca parte la segnalazione alle autorità | Ti dichiarano in default
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La nuova normativa sui conti bancari può trasformare un semplice sconfinamento in un blocco totale dell’accesso al credito. Ecco perché anche 100 euro possono costarti molto caro.
Gestire un conto corrente oggi non è più come una volta. Se fino a pochi anni fa “andare in rosso” era tollerato (entro certi limiti), oggi basta poco per finire nei guai. Basta una bolletta dimenticata, una rata saltata o un pagamento automatico andato a vuoto per ritrovarsi in una situazione potenzialmente disastrosa. E il problema non è solo la penale: la vera minaccia è la segnalazione come cattivo pagatore.
Negli ultimi mesi, sempre più persone hanno ricevuto notifiche dalla propria banca per “anomalie” su movimenti minimi. Piccoli importi – anche solo 100 euro – possono innescare controlli e blocchi. Ma cosa è cambiato davvero? Perché i correntisti si sentono sempre più sotto osservazione e meno protetti?
Le risposte stanno in un regolamento poco conosciuto ma dal peso enorme, approvato a livello europeo. Una normativa che ha rivoluzionato il modo in cui le banche valutano l’affidabilità dei propri clienti. E soprattutto, il modo in cui decidono se fidarsi ancora di te.
Il nuovo volto del “rosso”: cos’è cambiato davvero?
Dal 1° gennaio 2021, tutte le banche italiane (e non solo) sono obbligate a seguire le direttive dell’EBA, l’Autorità Bancaria Europea. Questo significa che basta un piccolo arretrato per essere considerati inadempienti, con conseguenze pesanti sul proprio profilo creditizio. Ma attenzione: i requisiti sono chiari e devono coesistere tre condizioni.
Il primo elemento è il tempo: l’arretrato deve durare più di 90 giorni (180 per le pubbliche amministrazioni). Il secondo è l’importo: si parla di 100 euro per i privati e 500 per le imprese. Il terzo è la proporzione: la somma deve superare l’1% dell’esposizione bancaria, cioè del credito totale ricevuto (mutuo, fido, ecc.). Tradotto: se hai un mutuo da 70.000 euro, solo se lo scoperto supera i 700 euro scatta il default. Ma se il tuo saldo medio è basso, anche una semplice dimenticanza può bastare a metterti nei guai.
Ti possono bloccare tutto anche se hai altri soldi in banca?
La risposta, per quanto assurda possa sembrare, è sì. Le nuove regole prevedono che le somme presenti su altri conti dello stesso istituto non possano essere usate automaticamente per sanare il debito. In pratica, anche se hai dei soldi su un altro conto intestato a te, potresti essere comunque classificato in default.
E qui arriva il vero rischio: la segnalazione alla Centrale dei Rischi. Una volta inseriti in questa banca dati, banche e finanziarie vedranno la tua inaffidabilità per fino a 36 mesi. Non potrai più accedere a mutui, prestiti, finanziamenti a rate o carte revolving. Una vera e propria paralisi finanziaria. Pagare il debito non basta. Anche dopo aver regolarizzato la situazione, lo stato di default rimane visibile per altri 90 giorni. E se pensi che basti chiedere spiegazioni alla banca, potresti rimanere deluso: molte clausole sono già scritte nel contratto che hai firmato anni fa.
Ecco perché è fondamentale leggere con attenzione le condizioni del proprio conto, verificare le soglie di sconfinamento e – se possibile – attivare alert via SMS o mail per ogni movimento.