Incidente mortale a Riposto: operaio cade da un’impalcatura e perde la vita

Tragedia sul lavoro questa mattina a Riposto, dove un operaio di 53 anni, Salvatore Sorbello, residente a Santa Venerina, ha perso la vita precipitando da un’impalcatura all’interno di uno stabilimento industriale in contrada Rovettazzo, durante i lavori di ampliamento di un capannone. Sul posto i carabinieri, il Nucleo Ispettorato del Lavoro e i tecnici dello Spresal, che hanno avviato accertamenti per ricostruire la dinamica dell’incidente.

Il dramma di Riposto si inserisce in una giornata segnata da altre due morti bianche: a Torino un operaio di 69 anni è deceduto nel crollo del cestello di una gru, mentre in provincia di Monza e Brianza un 48enne ha perso la vita a causa di un grave trauma da schiacciamento, ritrovato in arresto cardiocircolatorio.

«Oggi tre operai hanno perso la vita mentre svolgevano il proprio lavoro. Non si tratta di mere statistiche – ha dichiarato il segretario generale dell’UGL, Paolo Capone – ma di tre lavoratori che non faranno più ritorno alle loro case. Una perdita immensa che pesa non solo sui loro cari, ma sull’intera società civile». Capone ha espresso cordoglio alle famiglie delle vittime, ribadendo che tragedie simili «potevano e dovevano essere evitate» e invocando «più controlli da parte degli enti ispettivi, un monitoraggio capillare nei settori a rischio e investimenti nella formazione, promuovendo la cultura della sicurezza fin dalle scuole».

Anche la Cisl e la Filca Cisl di Catania hanno espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia di Sorbello. «È l’ennesima tragedia che si consuma nei cantieri edili della nostra provincia – hanno dichiarato Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, e Giuseppe Famiano, segretario generale della Filca Cisl catanese – stiamo assistendo a una vera e propria strage silenziosa e continua, che colpisce lavoratori giovani e anziani, costretti a pagare con la vita il prezzo di condizioni di sicurezza spesso inesistenti. È inaccettabile che, ancora oggi, si possa morire di lavoro».

I due sindacalisti hanno ricordato le denunce già avanzate lo scorso mese durante un confronto con Prefettura, ASP e Spresal, chiedendo «l’apertura immediata di un tavolo di crisi provinciale che coinvolga istituzioni, parti sociali ed enti di controllo».

Per Attanasio e Famiano «servono ispezioni più serrate, sanzioni severe per chi non rispetta le norme, formazione adeguata e un reale controllo sulla qualità dei corsi e sugli enti che li rilasciano. La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro devono essere la priorità assoluta: ogni morte non è una fatalità, ma il risultato di carenze, omissioni e superficialità che non possono più essere tollerate».