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Il ministro Adolfo Urso riunisce a Palazzo Piacentini i vertici del settore per difendere il Made in Italy e contrastare l’invasione dei prodotti stranieri a basso costo. In arrivo emendamenti al Ddl Concorrenza e nuove misure europee sulla responsabilità del produttore.
ROMA – La moda italiana fa quadrato. Dopo una serie di segnali d’allarme arrivati dal comparto, il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha convocato a Palazzo Piacentini i vertici delle principali associazioni della filiera per un confronto urgente sulle strategie contro il fast fashion, fenomeno sempre più invasivo che minaccia la competitività del Made in Italy.
«Il sistema Italia è compatto nella tutela e difesa della moda Made in Italy, oggi sotto un duplice e grave attacco, sui mercati nazionali e internazionali», ha dichiarato Urso, rivolgendosi ai rappresentanti di Cnmi, Confindustria Moda, Fondazione Altagamma, Federmoda Cna e Federazione Moda Confartigianato. Il ministro ha annunciato che «nei prossimi giorni presenteremo un provvedimento per fronteggiare il fenomeno dell’ultra fast fashion: un’invasione di prodotti stranieri a basso costo che danneggiano i nostri produttori e mettono a rischio i consumatori».
Il governo punta a introdurre misure per certificare la trasparenza e la qualità del lavoro delle filiere, contrastando le pratiche scorrette e rafforzando i controlli. Tra le proposte sul tavolo, anche quella di chiedere all’Unione Europea di eliminare l’esenzione dai dazi doganali per i pacchi di valore inferiore a 150 euro – un canale usato dai colossi del fast fashion per immettere milioni di capi a basso costo nel mercato europeo. Si stima che nel 2024 siano entrati in Europa oltre 12 milioni di pacchi al giorno.
Si discute inoltre di un dazio simbolico di 2 euro per pacco e di una tassa sull’impatto ambientale del fast fashion, sul modello francese, dove è già stata introdotta una misura fino a 5 euro per capo, pari al 50% del prezzo del prodotto. In Italia, le nuove norme dovrebbero essere presentate nei prossimi giorni come emendamenti al Ddl Concorrenza attualmente all’esame della Commissione Industria alla Camera, e confluiranno nella direttiva europea Erp (Responsabilità estesa del produttore), di imminente recepimento nel nostro ordinamento.
Il piano del ministro Urso ha raccolto il pieno sostegno del settore. La Camera Nazionale della Moda Italiana, con il presidente Carlo Capasa, e la Fondazione Altagamma, guidata da Matteo Lunelli, hanno espresso «apprezzamento per la pronta risposta del governo alle richieste del settore». Entrambi i rappresentanti hanno definito «positiva l’iniziativa sulla certificazione di qualità della filiera», pur sottolineando la necessità di «alcuni miglioramenti tecnici» da discutere con l’esecutivo in tempi rapidi per non rallentare l’iter legislativo in corso al Senato.
Nel frattempo, Piazza Affari ha premiato i titoli del lusso: Ferragamo (+7,8%), Moncler (+7,7%) e Cucinelli (+1,8%) hanno registrato forti rialzi, sospinti dai conti positivi di Lvmh, il cui titolo è salito del 13,4% alla Borsa di Parigi. Un segnale di fiducia per un settore che, pur sotto pressione, continua a rappresentare un pilastro strategico per l’economia italiana ed europea.