Giuffrida, l’eterna riserva di Sala d’Ercole: terzo ritorno all’Ars dopo l’ennesimo ribaltone

Salvo Giuffrida torna per la terza volta all’Assemblea regionale siciliana senza essere mai risultato eletto al primo colpo. Le porte girevoli dell’Ars si sono riaperte dopo che la Corte d’appello di Palermo ha sospeso la revoca del suo mandato, estromettendo – di nuovo – Santo Primavera in attesa del verdetto definitivo della Cassazione.

Alle Regionali 2022 Giuffrida, storico esponente dell’area democristiana, si era candidato a Catania con “Sud chiama Nord” di Cateno De Luca, mancando l’ingresso per soli 90 voti. Da primo dei non eletti aveva però ottenuto lo scranno a febbraio 2024, quando la Corte d’appello aveva dichiarato ineleggibile il collega di lista Davide Vasta. A gennaio 2025, un nuovo ricorso di Primavera l’aveva fatto decadere, ma la stessa Corte ha ora congelato quella decisione, riconsegnando – almeno per il momento – il seggio a Giuffrida, difeso dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia.

Non è la prima volta che il deputato catanese subentra a legislatura in corso. Nel dicembre 2010 aveva preso il posto di Fausto Fagone (coinvolto in un’inchiesta) restando in carica fino alle elezioni del 2012; tre anni dopo, nel giugno 2015, era rientrato per la scomparsa di Lino Leanza. Oggi, traghettato nel gruppo della Dc di Totò Cuffaro, aspetta che la sospensione venga notificata a Sala d’Ercole per sedere di nuovo in Aula.

«Lo sfortunato sono io: ho mancato l’elezione per 90 voti», replica Giuffrida a chi lo soprannomina “iettatore” dei colleghi titolari. Dai vertici Dc la linea è chiara: «Siamo sempre stati convinti che Giuffrida avesse tutti i requisiti per stare all’Ars; la decisione di sospensione lo conferma».