Dune 25, la pista Rommel e il sole di Tozeur

Seconda tappa di “Dune 25”: da Gafsa verso la pista Rommel, tra montagne e oasi, fino a Tozeur. Sole, memoria e poesia in una Tunisia che sembra già anticipare la magia del deserto di domani.

Il sole è tornato a illuminare la strada. Dopo la pioggia di ieri, oggi la carovana di “Dune 25” ha ritrovato la luce e il calore del deserto tunisino, con una temperatura perfetta, tra i 26 e i 28 gradi. L’asfalto asciutto, l’aria tiepida e il profumo della sabbia hanno reso questa giornata un piccolo regalo di viaggio.

Da Gafsa il gruppo è partito presto, direzione pista Rommel, il tracciato leggendario che attraversa le gole di montagna con i suoi tornanti spettacolari. Alcuni biker hanno scelto l’avventura del fuoristrada, tra sabbia e pietra; altri hanno preferito la via più scorrevole, godendosi i paesaggi che mutano a ogni curva. Ma tutti, alla fine, si sono ritrovati nello stesso sorriso, nella stessa euforia del viaggio.

La Tunisia oggi sembrava un set cinematografico, come se volesse anticipare ciò che il gruppo vedrà domani: Ong Jmel, il leggendario set dei film di “Guerre Stellari”. La luce vibrava sulle rocce, le moto avanzavano tra canyon e silenzi, e il vento alzava la polvere come una danza antica. Lungo la pista, poi, una scena che nessuno dimenticherà: il piccolo mausoleo della “Volpe del Deserto”, il memoriale dedicato a Erwin Rommel, immerso in un paesaggio sospeso tra storia e leggenda.

Ed è proprio lì, davanti a quel monumento solitario, che il gruppo ha vissuto un momento speciale. Karim, la guida tunisina che accompagna i biker come un fratello e un narratore del deserto, ha preso la parola. Con la calma e il sorriso di chi conosce ogni pietra di questa terra, ha raccontato la storia di Rommel, di quelle montagne e di quella guerra lontana che oggi è solo memoria. Le sue parole si sono mescolate al vento, diventando musica.

C’era solo la voce di Karim, che spiega ogni istante del viaggio, il fruscio del vento e il rumore leggero dei passi sulla sabbia. Da una radio, poco distante, arrivava una musica locale che sembrava sognare insieme al gruppo, accompagnando la scena come in un film, tra malinconia e meraviglia. Un attimo sospeso, in cui la memoria si è fatta danza e il deserto ha sussurrato poesia.

Poi, proseguendo verso Tamerza, il pranzo tra le montagne rocciose, sospeso tra cielo e pietra, con lo sguardo perso nell’infinito. E infine la discesa verso Tozeur, dove il gruppo ha visitato la Medina, tra profumi di datteri, mercati e colori d’oriente.

La giornata si è conclusa con un lungo relax in piscina, mentre il cielo si scioglieva nel tramonto e il deserto, poco distante, sembrava respirare. Un giorno perfetto, fatto di sole, amicizia e poesia, dove ogni chilometro è diventato un verso e ogni sosta una storia da raccontare.