Quinto giorno di “Dune 25”: la carovana guidata da Dario Di Mauro e Nico Siragusa attraversa il sud tunisino tra granai, villaggi berberi, musica e ospitalità. Una giornata intensa e piena di emozioni.

Oggi la giornata è stata intensa, di quelle che restano negli occhi e nelle mani. La carovana di “Dune 25”, guidata dagli organizzatori Dario Di Mauro e Nico Siragusa, ha lasciato l’oasi di Ksar Ghilane alle prime ore del mattino, quando il deserto è ancora fresco e il vento porta l’eco del silenzio. Le moto hanno preso la direzione sud, verso Tatouine, attraversando paesaggi che sembrano usciti da un atlante del tempo: rocce, canyon, sabbia, e quella luce che in Tunisia cambia a ogni chilometro.

Le strade interne si arrampicano tra vallate e altipiani, piegano dolcemente, regalando ai biker curve da gustare e panorami da ricordare. È la Tunisia più autentica, quella che vibra nei piccoli villaggi e nelle montagne color ocra.

A Tatouine – il nome che ispirò George Lucas per il pianeta Tatooine – il gruppo si ferma per una breve visita, prima di proseguire ancora più a sud. Nei giorni scorsi si era arrivati a dieci chilometri dal confine con l’Algeria, oggi la carovana ha toccato la linea invisibile che separa la Tunisia dalla Libia, appena trenta chilometri più in là: una sensazione forte, quasi simbolica, come chiudere un cerchio di sabbia e avventura.

Qui si trova il granaio di Ksar Ouled Soltane, uno dei più belli di tutta la Tunisia, unico per la sua architettura con due cortili sovrapposti. Le sue celle antiche, i “ghorfa”, raccontano secoli di storia berbera e sembrano ancora custodire il respiro delle carovane del passato. Il gruppo visita il sito, fotografa, ascolta, si lascia sorprendere da quella bellezza semplice e resistente.

Il viaggio prosegue verso Chenini, dove il pranzo ha il sapore autentico del sud tunisino. Il villaggio berbero, aggrappato alla roccia, si arrampica in silenzio tra vicoli e terrazze, offrendo uno scorcio unico sulla valle. Dalla terrazza del ristorante, lo sguardo corre lontano, tra oasi e vallate che si perdono all’orizzonte: il sud della Tunisia mostra qui uno dei suoi volti più sinceri.

Nel pomeriggio, la strada continua verso Medenine, ultima tappa della giornata. Lì il gruppo trova un hotel unico nel suo genere: interamente costruito con materiali locali, le camere si aprono come piccole grotte scolpite nella pietra, ognuna diversa, ognuna viva.

A cena, una serata di musica e danza tradizionale accoglie i viaggiatori. Ad animare la serata, musicisti locali che suonano tamburi e strumenti a corda, riportando suoni antichi che sembrano appartenere al deserto stesso. Tra i ritmi e le risate, Maria dai capelli rossi si lascia coinvolgere dal ritmo e improvvisa un ballo, tra applausi e sorrisi del gruppo: un momento semplice e autentico, che diventa subito una delle immagini più vere del viaggio.

Sul lungo tavolo, coperto da una tovaglia rossa che richiama i colori della sabbia e delle montagne, vengono serviti piatti tunisini e come da tradizione tè alla menta. Dalla terrazza dell’hotel, lo sguardo spazia lontano tra le luci calde del tramonto e le ombre delle colline. Il sud della Tunisia, qui, mostra uno dei suoi volti più sinceri: ospitale, musicale e capace di far sentire chiunque parte del suo ritmo.

È stata una giornata lunga, piena di chilometri e di curve, ma anche di risate e panorami che restano negli occhi. La Tunisia, ormai attraversata da nord a sud, ha mostrato tutte le sue sfumature, dal deserto alla montagna, dai villaggi berberi alle città moderne.

Domani la carovana ripartirà in direzione El Jem, per visitare l’imponente anfiteatro romano, poi sosta a Mahdia e Monastir, fino a Sousse, dove li attende un hotel affacciato sul mare e una nuova pagina da scrivere.

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