Catania, restauri nel patrimonio diocesano: tra arte, fede e collaborazione
 
                Arcivescovo Luigi Renna
Restituire bellezza, custodire memoria. È questo il messaggio emerso dalla giornata di studi organizzata dall’Arcidiocesi di Catania, che ha presentato gli interventi di restauro del patrimonio diocesano 2024-2025 e rilanciato il dialogo tra Chiesa, istituzioni e mondo accademico.
Si è svolta ieri la giornata di studi dal titolo “Restituire bellezza, custodire memoria. Restauri del patrimonio dell’Arcidiocesi di Catania 2024-2025”, promossa per avvicinare i giovani al mondo della tutela monumentale e creare un ponte tra conoscenza teorica e pratica professionale.
L’iniziativa, moderata dalla professoressa Arianna Rotondo, ha visto la partecipazione dell’arcivescovo mons. Luigi Renna, che ha ribadito come “restituire bellezza e costruire memoria” sia un compito condiviso che non può essere portato avanti da soli: un cammino da costruire con la forza della collaborazione tra comunità, enti e territorio.
La Soprintendente Ida Buttitta, al termine del suo mandato, ha espresso soddisfazione per l’importanza riconosciuta al patrimonio artistico, sottolineando come negli ultimi mesi molti beni abbiano ritrovato nuova vita e visibilità.
Anche il Direttore del Dicar, Matteo Ignaccolo, ha ricordato il ruolo dell’università nella cosiddetta “terza missione”, invitando a rafforzare le sinergie tra enti, istituzioni culturali e studenti per fare della tutela dei beni un laboratorio di conoscenza e civiltà.
La giornata è stata l’occasione per illustrare tre significativi interventi di recupero: il restauro del Crocifisso della Cappella della Cattedrale, finanziato dalla Fondazione Intesa San Paolo; la riqualificazione della Chiesa di Sant’Agata al Borgo, sostenuta con fondi 8xMille e progettata dagli architetti Manfredi Cannata e Valerio Iaccarino; e il risanamento del Salone San Giovanni dell’Arcivescovado, dove un’infiltrazione d’acqua ha permesso di riscoprire antichi affreschi di pregio.
Un’iniziativa che unisce fede, cultura e impegno civile, restituendo alla città una parte importante della propria identità storica.
La sinergia tra Chiesa, Università e Istituzioni rappresenta oggi una delle chiavi più concrete per valorizzare il patrimonio artistico e spirituale di Catania, trasformando ogni restauro in un gesto di memoria viva.
Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.

 
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                