Firmato il Piano Città degli immobili pubblici: Demanio, Comune e Università avviano la programmazione per la riqualificazione di 17 beni strategici tra centro e periferie.

Un’intesa destinata a incidere sul futuro urbano di Catania. È stato firmato ieri il Piano Città degli immobili pubblici, sottoscritto dal Comune di Catania, dall’Agenzia del Demanio e dall’Università, che individua 17 immobili da valorizzare e rigenerare attraverso interventi di recupero, rifunzionalizzazione e nuova realizzazione.

A siglare l’accordo sono stati il sindaco Enrico Trantino, il rettore Enrico Foti e la direttrice dell’Agenzia del Demanio Alessandra Dal Verme. «Se questa partnership fosse esistita nel 1954 – ha osservato Trantino – probabilmente oggi corso Martiri della Libertà non sarebbe nelle condizioni attuali», richiamando una storica occasione mancata di pianificazione urbana.

Il Piano rappresenta, nelle parole del primo cittadino, un vero e proprio “booster” amministrativo, capace di sostenere il Comune soprattutto sotto il profilo economico, consentendo di affrontare interventi che, senza questo strumento, risulterebbero difficilmente sostenibili. Con la firma, Catania entra nella fase di programmazione operativa del progetto, avviando la terza fase del Piano nazionale già attivo in oltre 30 città italiane. In Sicilia, Catania è la seconda amministrazione ad aderire dopo Messina.

Nel dettaglio, l’elenco comprende 12 immobili di proprietà dello Stato, 4 del Comune e uno della Città Metropolitana. Tra gli interventi più rilevanti figura la realizzazione della nuova Cittadella della Giustizia nell’ex Palazzo delle Poste, che ospiterà anche la nuova sede del Tribunale per i Minorenni. A Librino è prevista la costruzione del Centro polifunzionale della Polizia di Stato, progetto annunciato più volte negli anni e finora mai avviato.

Il Piano consente inoltre di intervenire sull’edilizia residenziale pubblica, con la rifunzionalizzazione degli alloggi di via della Lucciola, e su importanti infrastrutture dismesse, come i tracciati dell’ex ferrovia Circumetnea tra Borgo e Nesima e tra Borgo e Galatea, destinati a diventare una Greenway urbana per la mobilità sostenibile.

Tra i beni inseriti figurano anche il Castello Ursino, il rifugio antiaereo, l’ex Caserma Moccagatta, il complesso di via dei Crociferi e l’ex cinema Ritz della Città Metropolitana, per nuove funzioni culturali e sociali. Completano il quadro l’ex Polveriera della Plaia, un capannone industriale, l’ex plesso Raffinerie e Villa Gentile Cusà, oltre a un’area a Tremestieri Etneo, in via Nuovalucello, destinata alla realizzazione di una nuova scuola.

Sul fronte delle risorse economiche, l’executive summary del Piano non indica ancora i costi dei singoli interventi, ma la direttrice del Demanio ha confermato che alcuni finanziamenti sono già stanziati. «Quaranta milioni di euro sono destinati alla Cittadella della Giustizia – ha spiegato Dal Verme – e, se serviranno ulteriori risorse, aggiorneremo il quadro economico. Il Piano Città interpreta Catania come motore di sviluppo sostenibile, proiettandola verso una città del futuro legata alla propria identità storica».

Il sindaco Trantino ha infine risposto alle critiche sollevate dalla Cgil sulla mancata concertazione nella scelta dei beni. «Non c’era nulla da concertare – ha chiarito – perché la fase di pianificazione non è ancora iniziata. L’accordo è dinamico e potrà essere ampliato. Non aver concordato qualcosa che ancora non esiste è un ossimoro: stiamo solo avanzando ipotesi di rigenerazione».