Pd Sicilia: congresso sotto accusa tra boicottaggio e denunce di brogli
«Fare un segretario del Pd in Sicilia è più complicato che eleggere un Papa con il conclave». Così Michele Catanzaro, capogruppo dem all’Ars, ritrae con ironica amarezza il caos che scuote il partito nell’Isola. Il congresso regionale, convocato dopo la Delibera n. 747/2025 su assunzione e stabilizzazioni, è ora in stallo: metà dei dirigenti annunciano il boicottaggio, accusando «brogli» nell’assemblea di gennaio.
Il caso è finito sul tavolo di Roma e della segretaria nazionale Elly Schlein, che però mantiene il silenzio, come tutto il vertice dem. Da un lato l’area Schlein sostiene la ricandidatura dell’uscente Anthony Barbagallo; dall’altro, il fronte dei dissidenti chiede primarie davvero aperte e denuncia irregolarità nel voto online: 65 collegati non legittimati e 52 profili “fantasma” (tra cui “il merlo” e “gatto nero”), secondo l’eurodeputato Giuseppe Lupo. Il commissario Nico Stumpo – dicono i criticI – non avrebbe poteri sostitutivi per validare regolamenti non votati, né avrebbe fornito l’elenco dei votanti, “smarrito dalla società che gestiva la piattaforma”.
Dopo il ritiro di Antonello Cracolici, ex candidato e critico del «silenzio» nazionale, i dissidenti hanno formalizzato il disimpegno dal congresso e preparano ricorsi alla Commissione di garanzia per sospendere le procedure. Catanzaro spiega di aver chiesto «un congresso con primarie aperte», ma di non essere stato ascoltato. Lupo rilancia: «Se la maggioranza davvero esiste, riconvochino l’assemblea in presenza e dimostrino la democrazia».
Barbagallo, forte del sostegno «larghissimo» del partito siciliano, invita comunque al dialogo: «Cercheremo di coinvolgere tutti». Ma Maria Grazia Leone, segretaria dem di Catania, mette in dubbio la coerenza di chi denuncia brogli: «Se il regionale è falsato, lo sono anche i congressi provinciali, eppure lì i candidati ci sono». E mentre i tempi stringono – le candidature sono chiuse e le votazioni provinciali vanno dal 15 al 30 maggio – il Pd siciliano resta spaccato, a pochi giorni da un appuntamento decisivo che rischia di slittare ancora.