A Catania l’ingegnere‐imprenditore Giuseppe Pappalardo, già presidente del Consiglio comunale di Biancavilla e vicino al deputato regionale Anthony Barbagallo, risulta in netto vantaggio nella corsa alla guida provinciale del Pd. Il voto, tuttavia, è ancora in corso e l’intero percorso congressuale si concluderà soltanto il 1 giugno, quando i democratici dovranno rinnovare sei federazioni su nove ed eleggere il nuovo segretario regionale, tra ricorsi pendenti e accuse incrociate di irregolarità. Subito dopo Catania, a Palermo la consigliera comunale Teresa Piccione – sostenuta da Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici – ha finora raccolto più consensi della sfidante dell’area Schlein, Mari Albanese, ma la proclamazione ufficiale potrà arrivare solo alla chiusura definitiva dello scrutinio.

Intanto Ragusa ha indicato l’avvocato Angelo Curciullo, Caltanissetta il sindaco di Montedoro Renzo Bufalino, Trapani si avvia verso l’elezione dell’ingegnera Valeria Battaglia e ad Agrigento conduce Giacomo Vivacqua davanti a Francesco Cacciatore, in attesa dei voti decisivi di circoli come Sciacca. Nell’insieme emerge un ricambio generazionale e di genere: il 40 per cento dei segretari di circolo finora eletti è donna o under 30, mentre nell’assemblea regionale la rappresentanza di genere è paritaria e un quarto dei componenti ha meno di quarant’anni. Resta però un clima teso, alimentato dagli esposti contro il segretario uscente Anthony Barbagallo, unico candidato alla riconferma, e dalle polemiche sui presunti voti fantasma dell’assemblea online del 27 gennaio. Solo il conteggio finale dirà se prevarrà davvero la spinta al cambiamento o se, ancora una volta, saranno gli equilibri interni a imporre la loro legge.