Palermo, nuove accuse per Galvagno sull’uso dell’auto blu

Nuove accuse per il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno. La Procura della Repubblica di Palermo ha notificato un nuovo avviso di conclusione delle indagini che amplia il quadro già delineato lo scorso luglio, aggiungendo ai reati di corruzione e peculato anche le ipotesi di truffa e falso.

Il provvedimento, firmato dai sostituti procuratori Felice De Benedittis e Andrea Fusco, riguarda anche l’uso dell’auto blu, una Audi A6 di servizio che, secondo l’accusa, sarebbe stata impiegata per fini privati. Insieme a Galvagno è indagato il suo assistente parlamentare e autista, Roberto Marino, al quale vengono contestati circa 150 viaggi non istituzionali effettuati tra febbraio e dicembre del 2024. Viaggi annotati nei documenti ufficiali come “trasporto generi alimentari per conto di Galvagno”, “acquisto bevanda per Galvagno” o “consegna di uno zaino a Laura Ardizzone”, e che secondo gli inquirenti sarebbero stati giustificati con falsi fogli di missione controfirmati dal presidente dell’Ars. La Guardia di Finanza avrebbe documentato almeno 60 episodi in cui l’auto di servizio sarebbe stata usata per spostamenti personali, tra cui visite mediche, commissioni private e tragitti tra l’abitazione di Altofonte e varie località siciliane, da Catania a Siracusa, da Enna a Terrasini. In totale, secondo la Procura, oltre 130 viaggi sarebbero avvenuti per scopi estranei all’attività istituzionale.

Agli indagati vengono inoltre contestati una serie di falsi collegati a spese e diarie dichiarate ma mai sostenute. Le somme indicate nei documenti amministrativi ammonterebbero complessivamente a 19.277 euro, tra rimborsi e indennità di missione, che secondo l’accusa costituirebbero un ingiusto profitto ottenuto attraverso artifici e raggiri ai danni dell’amministrazione regionale. Per la Procura, Galvagno avrebbe avuto l’obbligo di vigilare sul comportamento del proprio collaboratore e di verificarne la correttezza contabile e amministrativa.

Nel nuovo avviso di conclusione delle indagini non figura la parte relativa al “Capodanno 2024” di Catania, capitolo dell’inchiesta di cui si era molto parlato nei mesi scorsi. Tutto fa pensare che, per questa tranche, la Procura di Palermo abbia deciso di non procedere. A meno che non sia in corso un supplemento di valutazione, si profilerebbe una richiesta di archiviazione per questo specifico filone.

Sul nuovo avviso è intervenuto il legale del presidente dell’Ars, il professore Vittorio Manes, ordinario di diritto penale all’Università di Bologna, che ha definito il provvedimento “sostitutivo e modificativo rispetto a quello precedente”. “Adesso – ha spiegato – avremo il tempo di presentare la nostra documentazione e di aprire la fase di interlocuzione con la Procura per esporre le ragioni del presidente Galvagno rispetto ai reati contestati”. L’avviso, precisa la difesa, include “qualcosa in più e qualcosa in meno” rispetto al primo, con particolare riferimento ai comportamenti dell’autista e alle trasferte contestate.

Galvagno e Marino avranno ora venti giorni per depositare memorie difensive o chiedere di essere ascoltati dai magistrati. Sarà poi la Procura di Palermo a decidere se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio o con l’archiviazione del caso, che si aggiunge al fascicolo già aperto nei mesi scorsi per corruzione e peculato. La vicenda, che tocca il vertice dell’Assemblea regionale siciliana, apre un nuovo capitolo giudiziario su un fronte delicato in cui la linea tra attività istituzionale e uso privato delle risorse pubbliche sarà al centro del confronto tra accusa e difesa.

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Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.