Cuffaro, indagine a Palermo: indagati dirigenti e ufficiale per fuga di notizie

La richiesta di arresto per Totò Cuffaro e Saverio Romano è solo un tassello dell’ampia indagine della Procura di Palermo. Nel registro degli indagati compaiono anche dirigenti regionali, e un colonnello dei Carabinieri, entrambi accusati di rivelazione di notizie riservate.

Secondo gli inquirenti, un dirigente avrebbe trasmesso a Cuffaro e al suo collaboratore Vito Raso documenti di gara non ancora pubblici. Le intercettazioni descrivono un circuito in cui la circolazione anticipata dei bandi diventava strumento di influenza: «I bandi prima di essere pubblicati li dobbiamo mandare a tutti i nostri amici», avrebbe detto Cuffaro, mentre Raso avrebbe limitato la lista.

Il quadro tratteggia il ritorno dell’ex governatore sulla scena siciliana, nonostante una precedente condanna per favoreggiamento a Cosa Nostra. I magistrati parlano di un «attualissimo potere di influenza» nelle scelte della sanità regionale. Il 27 settembre 2023 i Carabinieri del Ros documentano un pranzo nel Trapanese, in cui si discute di nomine e posizioni chiave.

Erano settimane delicate per la scadenza delle proroghe dei commissari straordinari di Asp e aziende ospedaliere. Cuffaro avrebbe lavorato per piazzare fedelissimi in sedi cruciali. L’atto d’accusa va oltre la sanità e tocca Protezione civile e politiche sociali. Un imprenditore avrebbe tentato, relazioni privilegiate con il capo della Protezione civile Siciliana, fino al sospetto di una somma di denaro per orientare le gare. Ipotesi al vaglio dei magistrati.

Il capitolo più sensibile resta la fuga di notizie. Per la Procura, un tenente colonnello avrebbe allertato Cuffaro e altri dell’esistenza di indagini, in violazione dei doveri d’ufficio, tramite un avvocato. Un incontro riservato a Palermo, nel marzo 2024, risulterebbe confermato da riprese di videosorveglianza. Le conversazioni intercettate mostrano la consapevolezza del rischio: tra Cuffaro e il deputato Carmelo Pace si registrano scambi sul «fare attenzione». Cresce l’ossessione per la riservatezza: telefoni spenti durante gli incontri, documenti custoditi in stanze separate, e perfino la richiesta di una bonifica dell’automobile.

Per gli inquirenti, ciò che spaventa è l’erosione della fiducia istituzionale prodotta dalle notizie riservate che escono dagli uffici. Una falla che, come vent’anni fa, rischia di consentire a poteri paralleli di muoversi nell’ombra dove si decidono gli equilibri della Sicilia.

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Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.