Pubblica amministrazione italiana sempre più anziana: dati Inps su età, stipendi e genere
Sede INPS (Facebook) Cataniaoggi.it
Secondo l’Osservatorio Inps, quasi l’80% dei dipendenti pubblici italiani ha più di 40 anni. Tra dieci anni, un terzo della pubblica amministrazione andrà in pensione.
La pubblica amministrazione italiana sta invecchiando rapidamente. Dopo anni di blocco del turnover e difficoltà nel reclutare personale giovane, oggi quasi l’80% dei dipendenti pubblici ha più di 40 anni, e la fascia d’età più rappresentata è quella tra i 55 e i 59 anni. La situazione riguarda tutti i settori: scuola, sanità, enti locali e amministrazioni centrali. Secondo le stime dell’Osservatorio Inps, entro dieci anni circa un terzo del personale della P.A. andrà in pensione, con inevitabili ricadute sui servizi e sull’organizzazione del lavoro.
Nel 2024 i lavoratori pubblici sono oltre 3,7 milioni, in crescita dell’1,5% rispetto al 2023, grazie alle recenti campagne di assunzione promosse dal governo. Il comparto più numeroso resta quello scolastico (quasi 40% del totale), seguito dal servizio sanitario (20%), dalle amministrazioni locali (15%) e dalle forze armate, corpi di polizia e vigili del fuoco (14%).
La retribuzione media nella pubblica amministrazione si attesta attorno ai 35.350 euro annui, ma le differenze tra settori sono notevoli: si va dai 55.000 euro percepiti dai dipendenti di università ed enti di ricerca ai 30.000 euro del personale scolastico, il più numeroso ma anche il meno retribuito.
Le donne rappresentano il 61% della forza lavoro pubblica. Tuttavia, persistono forti differenze salariali: gli uomini guadagnano in media oltre 41.000 euro l’anno, mentre le donne si fermano a circa 31.700 euro, anche a causa del maggior ricorso al part-time. La retribuzione tende ad aumentare con l’età fino ai 50 anni, per poi stabilizzarsi. A livello territoriale, gli stipendi più alti si registrano nel Centro Italia, mentre i più bassi al Nord.
