Sicilia, inchiesta appalti: Cuffaro si dimette da segretario Dc, Schifani valuta nuovi provvedimenti
Totò Cuffaro lascia la segreteria nazionale della Democrazia Cristiana dopo la richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Palermo. Le accuse: associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta. La prossima settimana l’interrogatorio davanti al gip.
PALERMO – L’onda lunga dell’inchiesta sugli appalti pilotati scuote la politica siciliana. Totò Cuffaro, ex presidente della Regione e segretario nazionale della Democrazia Cristiana, ha annunciato le sue dimissioni «irrevocabili» dall’incarico, a pochi giorni dalla richiesta di arresto formulata dai magistrati palermitani. L’ex governatore, che comparirà venerdì prossimo davanti al giudice per le indagini preliminari, dovrà difendersi da pesanti accuse: associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.
L’inchiesta della Procura di Palermo coinvolge diversi esponenti politici e funzionari pubblici, tra cui il capogruppo della Dc all’Assemblea Regionale Siciliana Carmelo Pace e il coordinatore di Noi Moderati Saverio Romano. L’indagine ha travolto l’intera galassia centrista, generando un clima di profonda incertezza e imbarazzo nella coalizione di governo regionale. «Dimissioni irrevocabili da segretario della Dc» – ha scritto Cuffaro – una scelta che segna la fine di un percorso politico intrapreso due anni e mezzo fa, appena tre mesi dopo la fine dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici conseguente alla condanna per favoreggiamento alla mafia, pena scontata a Rebibbia.
La notizia delle dimissioni ha provocato un effetto domino nel partito. In vista del Consiglio nazionale della Dc convocato per il 20 novembre, i vertici si preparano a un azzeramento complessivo degli organi direttivi. La Direzione regionale siciliana, in una nota, ha espresso «profondo rammarico» per la decisione di Cuffaro, ribadendo «fiducia nella magistratura» e l’impegno a «collaborare affinché emerga la verità senza ombre». Nella stessa nota, i deputati Ignazio Abbate, Salvo Giuffrida, Nuccia Albano, Carlo Auteri, Andrea Messina e Rosellina Marchetta – insieme alla presidente regionale Laura Abbadessa e al segretario regionale Stefano Cirillo – hanno ricordato che la Dc resta «una comunità ispirata ai valori della legalità e del servizio al bene comune».
Intanto, sul fronte politico, l’inchiesta si intreccia con la crisi del governo regionale. Il presidente Renato Schifani ha già disposto la sospensione o revoca degli incarichi pubblici per gli indagati, tra cui l’ex dirigente generale al Dipartimento Famiglia Maria Letizia Di Liberti, il direttore generale del Consorzio di Bonifica 2 di Palermo Giovanni Tomasino e l’ex direttore generale dell’Asp di Siracusa Alessandro Caltagirone, che si è autosospeso dall’incarico. Al suo posto è stata nominata commissario straordinario Chiara Serpieri, dirigente con lunga esperienza nel sistema sanitario piemontese. Revocato anche l’incarico a Vito Raso, segretario particolare dell’assessore regionale alla Famiglia Nuccia Albano.
«Palazzo d’Orleans segue con doveroso riserbo istituzionale ma con rigorosa attenzione l’evoluzione della vicenda» – hanno fatto sapere fonti vicine alla presidenza della Regione. Tuttavia, il terremoto politico è ormai evidente. Tra gli alleati cresce la tensione: l’ex governatore Raffaele Lombardo, storico rivale di Cuffaro e parte della maggioranza, ha annunciato che non parteciperà più alle riunioni di coalizione, mentre Fratelli d’Italia e Lega mantengono il silenzio. Salta così anche il progetto di alleanza tra Dc e Lega per le prossime elezioni politiche.
La crisi non risparmia il centrodestra. Diversi dirigenti della coalizione ritengono che l’unica soluzione per salvare la legislatura, a due anni dalle regionali, sia un azzeramento della giunta e la formazione di un nuovo esecutivo composto da figure politiche e tecniche in grado di garantire stabilità fino alla fine del mandato.
Nel frattempo, il centrosinistra tenta la spallata. La segretaria del Pd Elly Schlein ha parlato di «una Sicilia ostaggio di una consorteria», mentre il leader del M5s Giuseppe Conte ha definito la vicenda «uno scandalo a cielo aperto» e ha chiesto le dimissioni della giunta regionale: «Le risorse ci sono, ma è la politica che distrugge. Questa giunta deve andare a casa». Anche Carlo Calenda di Azione chiede un commissariamento della Regione. Martedì prossimo il campo progressista manifesterà davanti a Palazzo d’Orleans con lo slogan «Schifani dimettiti».
Nel frattempo, emergono nuovi dettagli investigativi. Ha respinto ogni accusa il tenente colonnello dei Carabinieri Stefano Palminteri, indagato per rivelazione di notizie riservate. Secondo l’accusa, avrebbe informato l’avvocato Claudio Gallina, ex legale di Cuffaro. Palminteri è stato ascoltato dal gip nel corso di un interrogatorio preventivo. L’inchiesta e le dimissioni di Cuffaro hanno aperto una fase di grande incertezza politica. Il partito cerca di ricompattarsi in vista della direzione regionale straordinaria convocata per il 19 novembre a Palermo. Ma la frattura, al momento, sembra profonda.
Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.
