Finanziaria e incarichi, la partita politica che agita Palazzo d’Orléans

FdI spinge per la sostituzione di Salvatore Iacolino, ma dalla Regione non arrivano segnali. Schifani prende tempo in vista della nuova Finanziaria 2026. E intanto il rapporto “Meridiano Sanità” certifica il divario della Sicilia, con Siracusa ultima per aspettativa di vita e Ragusa in testa.

PALERMO – La tensione politica resta alta all’interno del governo regionale. «Al momento abbiamo incassato solo promesse. C’è stato un patto fra gentiluomini. E la crisi è superata se i patti si rispettano»: con queste parole il commissario di Fratelli d’Italia, Luca Sbardella, ha descritto l’intesa raggiunta nel centrodestra dopo il vertice di maggioranza che ha fatto seguito al recente stop del governo in Aula sulla manovra-quater, come riportato dal Giornale di Sicilia. Tra le questioni più delicate c’è la possibile rimozione di Salvatore Iacolino dalla guida del Dipartimento di Pianificazione Strategica dell’assessorato alla Sanità e la definizione della prossima Finanziaria 2026, che vale circa due miliardi di euro.

Secondo quanto trapelato, però, alla Sanità tutto resta fermo. Iacolino, il cui incarico è stato recentemente confermato da una delibera della Giunta regionale, continua a rappresentare l’assessorato nelle sedi istituzionali e a lavorare ai dossier strategici legati al Pnrr, compreso quello che prevede nuovi investimenti per la Cardiochirurgia pediatrica di Taormina. Nessuna decisione, dunque, sembra imminente.

Il partito di Giorgia Meloni continua a chiedere una svolta. «Non mi aspetto che venga mantenuto silenzio. Anche se servirebbe una revoca dell’incarico o le dimissioni, su cui però nessuno è disposto a scommettere», ha dichiarato Sbardella. Il presidente Renato Schifani mantiene la linea della cautela, rinviando ogni valutazione. Secondo fonti interne, l’assenza di un nome alternativo con i requisiti necessari renderebbe al momento improbabile un cambio ai vertici del Dipartimento. La questione, tuttavia, si intreccia con la Finanziaria 2026 e con le dinamiche politiche in vista di un eventuale bis del governatore.

Fratelli d’Italia, intanto, guarda più avanti. «È una decisione che alla fine verrà presa a un livello superiore. Quello che può maturare in Sicilia è un parere sulla ricandidatura», spiegano ambienti vicini al partito. Schifani resta stretto tra la necessità di mantenere coesa la coalizione di governo e le richieste del principale alleato, mentre si prepara la discussione sulla prossima manovra economica regionale.

Siracusa ultima in Sicilia per aspettativa di vita, Ragusa la migliore

Nel frattempo, il 20º rapporto “Meridiano Sanità” di The European House – Ambrosetti conferma un dato allarmante: i siciliani vivono mediamente tre anni in meno rispetto ai trentini. Siracusa è la provincia con le peggiori condizioni di salute, mentre Ragusa guida la classifica regionale.

Il Meridiano Sanità Regional Index, che valuta indicatori come aspettativa di vita, mortalità infantile e diffusione delle patologie croniche, colloca Trento in vetta con un punteggio di 9,4 su 10. La Sicilia, invece, si ferma a 2,7, fanalino di coda insieme a Calabria e Campania. A livello provinciale, Ragusa raggiunge una media di 83 anni di vita, seguita da Enna (82,7), Trapani, Palermo e Catania (82,4), Messina (82,2), Agrigento (82) e Caltanissetta (81,9). Ultima Siracusa, dove l’aspettativa si ferma a 79 anni e mezzo.

Il report mette in luce anche i limiti del sistema sanitario regionale: la Sicilia registra risultati modesti nella copertura vaccinale e negli screening oncologici. Migliora leggermente la prevenzione sul tumore al seno, all’utero e al colon-retto, con un indice passato da 5,2 a 5,5 nel 2024, ma ancora sotto la soglia di sufficienza. L’assistenza agli anziani resta uno dei punti più deboli: secondo la Fondazione Gimbe, l’indice di presa in carico degli over 65 nell’Isola si ferma a 1,5, il valore più basso in Italia.

«Avevamo previsto questi risultati – ha commentato l’assessore regionale alla Sanità Daniela Faraoni. È un divario che pesa sul Sud ma che stiamo colmando grazie ai nuovi programmi di prevenzione, alla digitalizzazione dei servizi e al rafforzamento delle reti ospedaliere. Il nostro obiettivo è ridurre le disuguaglianze sanitarie e rendere più efficiente l’assistenza sul territorio».

Il Piano Sanitario 2025 mira a migliorare l’assistenza domiciliare e potenziare le strutture residenziali per anziani, in linea con gli standard nazionali e con gli obiettivi del Pnrr. Tuttavia, le differenze con le regioni del Nord restano evidenti: la Lombardia ottiene un indice pari a 9, l’Emilia-Romagna a 8,2. Un divario che la Sicilia dovrà colmare nei prossimi anni per garantire ai cittadini servizi sanitari più equi ed efficienti.