Sanità, partono i rimborsi: se lo trovano nelle analisi del sangue ti spetta per legge un fiume di soldi | ASL prese d’assalto

Esami del sangue (cataniaoggi.it-pexels)

Una sentenza storica conferma la pericolosità di questi agenti chimici nocivi per la salute di tutti, corri a fare gli esami del sangue

La condanna a 11 ex dirigenti dell’azienda chimica Miteni potrebbe rappresentare un punto di svolta nella lotta contro l’inquinamento da PFAS in Italia e in Europa. Il tribunale penale di Vicenza ha inflitto un totale di 141 anni di carcere per reati gravissimi tra cui avvelenamento deliberato dell’acqua, disastro ambientale, gestione illegale dei rifiuti e bancarotta fraudolenta. La decisione è arrivata dopo un processo iniziato nel 2021 e vede coinvolte circa 300 parti civili, tra cui il noto gruppo delle Mamme No PFAS.

La vicenda prende forma nel 2013, quando studi scientifici rilevarono la contaminazione delle falde acquifere e dell’acqua potabile in un’area che comprende Padova, Verona e Vicenza, coinvolgendo circa 300.000 abitanti. Tra le sostanze inquinanti identificate ci sono i PFAS, composti chimici altamente persistenti nell’ambiente e nel corpo umano. Queste sostanze hanno messo in allarme la popolazione per la loro capacità di accumularsi e di causare gravi danni alla salute.

I PFAS, conosciuti come “sostanze chimiche eterne”, sono ampiamente utilizzati nell’industria moderna per la produzione di pentole antiaderenti, tessuti idrorepellenti, imballaggi alimentari e molti altri prodotti di uso quotidiano. La loro caratteristica principale è la resistenza a acqua, grassi e fuoco, ma numerosi studi scientifici hanno evidenziato come possano provocare problemi al sistema immunitario, disfunzioni tiroidee e problemi riproduttivi. Tra questi composti, il PFOA prodotto da Miteni è stato classificato come cancerogeno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Durante il processo, le Mamme No PFAS hanno avuto un ruolo centrale, portando in aula le evidenze più tangibili della contaminazione. Le attiviste hanno mostrato le magliette con i livelli di PFOA nel sangue dei loro figli, con concentrazioni che arrivavano fino a 300 ng/mL, molto superiori ai valori considerati sicuri. Il loro impegno ha reso visibile il legame tra le attività industriali e le conseguenze sulla salute dei bambini, sensibilizzando l’opinione pubblica sul tema.

PFOA nel sangue e rischi per la salute

I valori di PFOA rilevati nei bambini superano di gran lunga i limiti indicati da studi internazionali. Secondo un rapporto USA del 2022, concentrazioni inferiori a 2 ng/mL sono considerate improbabili come causa di danni, mentre i livelli misurati nelle comunità colpite mostrano un’esposizione cronica preoccupante. Gli effetti a lungo termine sull’organismo includono un aumento del rischio di malattie croniche, problemi di sviluppo nei bambini e un impatto complessivo sulla salute pubblica.

La sentenza del tribunale di Vicenza non riguarda solo i dirigenti di Miteni, ma potrebbe influenzare la gestione dei casi di contaminazione da PFAS in tutta Italia. La decisione conferma la responsabilità penale dei dirigenti industriali e sottolinea l’importanza della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. È anche previsto un risarcimento per le parti civili coinvolte, segnando un precedente importante nella giurisprudenza ambientale nazionale.

Analisi di laboratorio (cataniaoggi.it-pexels)

I casi europei

Il caso italiano potrebbe aprire la strada a processi simili in Europa. A pochi chilometri dall’Italia, Zwijndrecht in Belgio rappresenta un altro hotspot di PFAS legato a un impianto chimico della 3M. Al momento, però, non ci sono state condanne penali. La sentenza italiana potrebbe quindi costituire un modello, incoraggiando azioni legali contro dirigenti e aziende responsabili di contaminazioni analoghe.

La vicenda Miteni segna una tappa storica nella lotta contro l’inquinamento da PFAS e pone l’attenzione sulla necessità di regolamentazioni più stringenti e controlli rigorosi sull’industria chimica. L’impatto sociale, ambientale e sanitario di questa decisione potrebbe essere ampio, rafforzando la protezione dei cittadini e incoraggiando altre comunità europee a chiedere giustizia per le contaminazioni che hanno compromesso l’acqua e la salute delle nuove generazioni.