Barbara Mirabella
Tre anni dopo l’inizio del procedimento, la vicenda giudiziaria legata all’organizzazione del congresso della Società Italiana di Chirurgia, ospitato a Catania nel 2021, si conclude con un verdetto che cambia radicalmente gli scenari. Barbara Mirabella, imprenditrice ed ex assessore comunale alla Cultura, è stata assolta perché il fatto non sussiste. Per il giudice non c’è stato alcun patto corruttivo. Accusata insieme agli imprenditori campani Sabrina Rubeo ed Eugenio Marzullo e all’ex rettore Francesco Basile, Mirabella era finita sotto processo per presunte mazzette legate a sponsorizzazioni e forniture. Le accuse avevano toccato anche la società Expo Srl. Il dispositivo della sentenza parla chiaro: assoluzione per Mirabella e per l’imprenditore Giovanni Trovato, condanne invece per Basile, ritenuto responsabile di concussione e tentata concussione, con una pena di 3.000 euro di multa e un anno di reclusione (pena sospesa).
«La verità ha trovato voce – ha commentato Barbara Mirabella – ho superato una tempesta con la dignità intatta, grazie alla mia famiglia». Più complessa la posizione di Basile. «Le sentenze si rispettano – ha dichiarato il suo legale – ma siamo pronti a impugnare: il camice bianco è stato assolto dall’accusa di corruzione». L’inchiesta aveva portato a intercettazioni, acquisizioni di documenti e testimonianze. Secondo l’accusa, alcuni pagamenti di fatture sarebbero serviti a coprire sponsorizzazioni collegate al congresso. Ma il gup ha ritenuto l’impianto accusatorio non sufficiente a provare un patto corruttivo.
Il processo ha avuto anche una forte eco politica: Mirabella, dopo l’assessorato comunale, si era candidata con Fratelli d’Italia alle Regionali, salvo ritirarsi durante la competizione elettorale. Alla lettura della sentenza, l’ex assessora ha ringraziato i legali Maria Licata e Alba Mattia Sperti, esprimendo gratitudine a chi le è stato vicino: «Grazie alla mia famiglia e a chi non mi ha mai lasciata sola. Ho affrontato questa bufera mantenendo intatta la mia determinazione». Resta invece aperta la partita per l’ex rettore: i suoi legali hanno già annunciato ricorso in appello contro la condanna.