Matteo Salvini

Il cronoprogramma di mercoledì 6 agosto racconta — meglio di qualunque slogan — il rapporto privilegiato che il vice-premier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha costruito con l’isola. Alle 12.30 il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) è chiamato ad approvare il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto: «un passaggio decisivo, mai raggiunto prima nella lunga storia dell’opera», rileva la nota diffusa dal MIT.

Appena sette ore più tardi, alle 19.15, il ministro sarà già a Torre Faro, dove incontrerà la stampa e i dirigenti della Lega al ristorante “Grecale”, a poche centinaia di metri dal futuro pilone siciliano del ponte, per un direttivo regionale straordinario aperto ai militanti. «Da quando si è insediato al MIT Salvini si è impegnato per riaprire i cantieri chiusi nel 2012. Un ministro del Nord che ha fatto per il Meridione più di qualunque omologo del Sud», rivendica il senatore Nino Germanà, segretario della Lega Sicilia, presentando l’evento messinese. Lo stesso leader leghista, il 17 luglio a Catania, ha fissato l’orizzonte politico: «Ci tengo tanto alla Sicilia: l’obiettivo è far diventare la Lega il primo partito di questa splendida terra».

L’attenzione del ministro non si ferma alla presenza simbolica. Con l’Accordo di programma firmato il 17 luglio sono stati stanziati “20 miliardi di euro” per potenziare le infrastrutture siciliane: media velocità Palermo-Catania-Messina, riammodernamento dell’A19, superstrada Catania-Ragusa e completamento della SS 640 Agrigento-Caltanissetta. «È la prova che il ponte non sarà una cattedrale nel deserto, ma il cardine di una piattaforma logistica proiettata sul Mediterraneo», ha commentato il governatore Renato Schifani.

Il Ponte stesso — campata unica di 3,66 km con sei corsie stradali e due binari — promette 100 mila posti di lavoro fra Sicilia e Calabria, ricorda Salvini, definendo l’opera «la più grande operazione antimafia degli ultimi anni». Gli ambientalisti annunciano nuovi ricorsi, ma la giurisprudenza recente — 104 impugnazioni respinte con 300 mila euro di spese — ne riduce le chance, rafforzando la percezione di un iter ormai inarrestabile. L’incastro di agenda fra il via libera del CIPESS e la presenza serale a Messina vale dunque più di una semplice coreografia mediatica: certifica la centralità della Sicilia nella strategia infrastrutturale dell’esecutivo e nella crescita elettorale della Lega.

«Un’altra grande vittoria per tutti», chiosano i militanti; per l’economia isolana è la scommessa di un futuro meno periferico; per lo Stretto l’alba di un cantiere che promette di trasformare il sogno secolare di un ponte d’acciaio e calcestruzzo in quotidianità ferroviaria e autostradale.