Allerta viaggi, se il tuo aereo sorvola questo mare sparisce dai radar | Ai tuoi cari non consegnano nemmeno gli effetti personali
Vista da aereo in volo (cataniaoggi.it-pexels)
Il fascino eterno di un enigma oceanico, sulla sparizione degli aerei in quest’area ci sono spiegazioni scientifiche
Il Triangolo delle Bermuda rappresenta uno dei misteri più affascinanti e duraturi della storia moderna. Situato nell’Oceano Atlantico, tra la Florida, Porto Rico e le isole Bermuda, questo spazio di circa 1.100.000 km² ha alimentato racconti, leggende e sceneggiature per oltre due secoli. La sua fama deriva da una lunga serie di episodi inspiegabili: navi e aerei scomparsi nel nulla, comunicazioni radio interrotte, equipaggi spariti senza lasciare traccia. Ma è davvero tutto così inspiegabile?
Dal 1800 in poi, numerosi casi hanno attirato l’attenzione pubblica: la nave Rosalie nel 1840 fu ritrovata perfettamente intatta ma senza equipaggio; la Ellen Austin nel 1881 incrociò un bastimento fantasma che inghiottì chiunque vi salisse; la SS Cotopaxi, scomparsa nel 1925, ispirò perfino Spielberg. Il caso più famoso è quello della squadriglia Volo 19, nel 1945: cinque aerei scomparsi durante un’esercitazione, seguiti dall’idrovolante di soccorso, anch’esso svanito. Questi eventi hanno contribuito a costruire un’aura di mistero difficile da ignorare.
Tra le spiegazioni più accreditate dal mondo scientifico vi sono quelle legate a fenomeni naturali. Una teoria suggerisce che enormi bolle di gas metano, liberate dal fondale oceanico, possano compromettere la stabilità delle navi fino ad affondarle. Un’altra, più recente, ipotizza la presenza di onde anomale alte fino a 30 metri che si generano per l’interazione tra tempeste da nord e da sud: onde in grado di ingoiare anche le imbarcazioni più imponenti nel giro di pochi minuti.
Tra le teorie più suggestive c’è quella che collega il Triangolo delle Bermuda all’antica Atlantide. Alcuni sostengono che sul fondale sottomarino si trovino rovine, strade lastricate e persino una misteriosa piramide di cristallo. Si parla di una sfera contenuta al suo interno, con presunti poteri magnetici. Tuttavia, questa narrazione proviene da fonti poco affidabili e, in alcuni casi, da notizie smentite come bufale giornalistiche.
Alieni e universi paralleli: le spiegazioni fantascientifiche
Non mancano le ipotesi aliene. Secondo l’ufologo Jessup, scomparso tragicamente nel 1959, il triangolo nasconderebbe una base sottomarina extraterrestre, responsabile delle sparizioni e delle anomalie elettromagnetiche. Altri invece parlano di porte dimensionali verso universi paralleli, che inghiottirebbero navi e aerei. Teorie che affascinano per la loro fantasia, ma prive di riscontri concreti.
Negli anni ’70, lo scrittore e ricercatore Lawrence David Kusche affrontò il tema in maniera scientifica e metodica. Dopo anni di indagini, giunse alla conclusione che non vi fosse nulla di anomalo. Il numero di incidenti nel Triangolo delle Bermuda non supererebbe quello di altre aree oceaniche simili per traffico e condizioni climatiche. Secondo Kusche, molte storie furono esagerate, raccontate in modo romanzato o basate su dati imprecisi.
Il fascino del mistero resta intatto
Nonostante le spiegazioni razionali, il mito del Triangolo delle Bermuda continua ad affascinare. La narrativa attorno a sparizioni inspiegabili, segnali radio interrotti e relitti ritrovati in condizioni misteriose alimenta ancora oggi una vasta produzione letteraria, cinematografica e documentaristica. La verità, per quanto banale, difficilmente spegne la potenza dell’immaginazione collettiva.
Il caso del Triangolo delle Bermuda rappresenta perfettamente quel sottile equilibrio tra realtà e leggenda. È una lezione su come l’essere umano cerchi spiegazioni là dove l’ignoto fa paura, e su quanto siamo disposti a credere pur di trovare un senso all’inspiegabile. Magari non ci sono alieni né piramidi sottomarine, ma c’è la certezza che i misteri, veri o presunti, continueranno a farci volare con la mente.