Lavoro, raffica di licenziamenti a sangue freddo: in 1 giorno 8.000 a spasso con un solo clic | Se fai questo mestiere il prossimo sei tu

Lavoratori licenziati - (cataniaoggi.it-pexels)
La doppia faccia dell’innovazione: la parabola dei licenziamenti nel settore tech per colpa dell’intelligenza artificiale
Nel gennaio 2023, il mondo tecnologico ha vissuto uno dei suoi momenti più cupi. Grandi nomi del settore come Google, Twitter (ora X), Spotify e IBM hanno annunciato ondate massicce di licenziamenti. In particolare, IBM ha formalizzato l’uscita di 7.800 dipendenti, aderendo a una tendenza globale di ridimensionamento. L’obiettivo? Ottimizzare i costi e prepararsi alla transizione verso una nuova era dominata dall’intelligenza artificiale.
Il CEO di IBM, Arvind Krishna, ha reso esplicito un concetto destinato a far discutere: circa il 30% della forza lavoro dell’azienda era considerata sostituibile grazie all’IA. L’azienda, dunque, ha bloccato le assunzioni tradizionali e ha puntato su profili più orientati alla gestione e allo sviluppo di tecnologie intelligenti. Ma se da un lato ha ridotto personale, dall’altro IBM ha anche aperto nuove posizioni, dimostrando che la trasformazione digitale non significa semplicemente “tagliare”, ma anche “reinventare”.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’organico di IBM è tornato a crescere dopo i licenziamenti. Krishna ha sottolineato che le risorse liberate con l’automazione sono state reinvestite in nuove aree, in particolare nello sviluppo software e nella forza vendita. Anche se non sono stati forniti numeri esatti sulle nuove assunzioni, il messaggio è chiaro: l’azienda ha trasformato una crisi occupazionale in un’occasione di riallocazione strategica.
Uno degli strumenti chiave in questa rivoluzione interna è AskHR, l’assistente digitale sviluppato da IBM per gestire i processi legati alle risorse umane. Nato nel 2021 e testato fin dal 2017, AskHR ha completamente trasformato il modo in cui i dipendenti interagiscono con l’azienda, automatizzando il 94% delle attività HR di routine. Dalla gestione delle ferie alla documentazione amministrativa, tutto passa ora attraverso questa piattaforma.
Risultati misurabili grazie all’IA
L’utilizzo di AskHR ha portato a un aumento significativo dell’efficienza interna. Nel 2024, la piattaforma ha gestito oltre 11,5 milioni di interazioni, di cui solo il 6% ha richiesto l’intervento umano. Inoltre, la velocità di esecuzione delle attività HR è migliorata del 75% rispetto al passato. L’NPS (Net Promoter Score), indicatore della soddisfazione interna, è passato da -35 a +74, dimostrando l’efficacia della soluzione.
IBM non è un caso isolato. Sempre più aziende, nel corso del 2024 e 2025, stanno sostituendo i reparti di assistenza clienti e risorse umane con soluzioni basate sull’intelligenza artificiale. Duolingo, ad esempio, ha ristrutturato completamente il proprio team HR, salvo poi dover tornare a cercare figure professionali umane, segno che non tutte le automazioni riescono al primo colpo.
Il futuro del lavoro tra automazione e riqualificazione
L’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro è ormai irreversibile. Secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, entro il 2030 l’automazione potrebbe eliminare fino a 92 milioni di posti di lavoro. Tuttavia, si aprono anche nuove opportunità in settori legati alla tecnologia, alla creatività e all’analisi dei dati, richiedendo un impegno forte in formazione e riqualificazione professionale.
IBM rappresenta un esempio paradigmatico di come la tecnologia possa essere usata sia per ridurre che per ampliare l’organico. La vera sfida, ora, è capire come conciliare efficienza e responsabilità sociale. Licenziare per automatizzare è una strada percorribile, ma solo se accompagnata da investimenti in capitale umano, formazione continua e visione a lungo termine. L’intelligenza artificiale non è il fine, ma un mezzo: spetta alle aziende decidere come usarlo.