Ultima ora Governo: addio al POS, da ora si paga solo con le banconote, ATM prosciugati in un attimo | Si torna al medioevo

Pagamento Pos (cataniaoggi.it-pexels)

POS rifiutato, una sentenza apre nuove prospettive per i tabaccai, si apre una nuova era per i fumatori

Una sentenza del Giudice di Pace di Genova, datata 12 luglio, ha riacceso il dibattito sull’obbligo per gli esercenti di accettare pagamenti elettronici. Al centro della vicenda, un tabaccaio che aveva rifiutato di far pagare con il POS un pacchetto di sigarette da 5,50 euro. L’intervento della Guardia di Finanza, sollecitata da una cliente, aveva portato all’emissione di una sanzione amministrativa. Tuttavia, il commerciante si è appellato alla magistratura onoraria, ottenendo l’annullamento della multa e la condanna della Prefettura al pagamento delle spese processuali.

Secondo i legali del tabaccaio, l’obbligo di accettare pagamenti elettronici non dovrebbe applicarsi ai rivenditori autorizzati dei Monopoli di Stato. Le sigarette e i valori bollati, infatti, sono prodotti venduti per conto dello Stato, con margini di guadagno estremamente ridotti. I prezzi sono imposti per legge e non possono essere ritoccati dal commerciante, che quindi non ha alcun modo per compensare i costi legati alle commissioni bancarie sui pagamenti con carta o bancomat.

Il ruolo del tabaccaio, in questo caso, non è paragonabile a quello di un qualsiasi altro commerciante. Egli opera come concessionario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, incassa somme che successivamente riversa allo Stato e trattiene un piccolo aggio prestabilito. L’introduzione dell’obbligo di accettare la moneta elettronica si tradurrebbe, per queste attività, in un aggravio economico non sostenibile, poiché verrebbe intaccato direttamente il già esiguo margine di guadagno.

La sentenza ha posto l’attenzione anche su un altro aspetto critico: l’assenza di un meccanismo che limiti le commissioni imposte dai gestori dei circuiti di pagamento elettronico. In una situazione in cui il rivenditore non può aumentare i prezzi, né addebitare le commissioni al cliente, si configurerebbe un rischio di abuso di posizione dominante, violando i principi europei di concorrenza sanciti dall’art. 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

Verso una possibile esenzione strutturale

Proprio per questi motivi, la difesa ha sostenuto che i rivenditori di prodotti dei Monopoli di Stato dovrebbero essere esentati per legge dall’obbligo di accettare pagamenti elettronici, almeno per quanto riguarda le vendite soggette a regime di prezzo amministrato. In caso contrario, si andrebbe a compromettere il diritto alla libera iniziativa economica, tutelato dalla Costituzione italiana all’articolo 41.

Questa pronuncia potrebbe rappresentare un precedente significativo. Se confermata da ulteriori casi, potrebbe aprire la strada a una deroga sistematica per tutte le attività commerciali vincolate da prezzi imposti e margini non modificabili. Ciò costringerebbe il legislatore o le autorità competenti a rivedere l’applicazione dell’obbligo di POS in settori economicamente vulnerabili.

Tabacchi (cataniaoggi.it-pexels)

Un equilibrio tra innovazione e sostenibilità

La spinta verso la digitalizzazione dei pagamenti, finalizzata a combattere l’evasione fiscale e promuovere la trasparenza, non può prescindere da una valutazione attenta delle condizioni economiche degli esercenti. La sostenibilità finanziaria, specialmente in ambiti già regolamentati e a basso profitto, deve essere garantita per evitare squilibri e penalizzazioni ingiuste.

Il caso di Genova rischia di diventare solo il primo di una lunga serie. Altri tabaccai o rivenditori di generi simili potrebbero appellarsi alla stessa giurisprudenza, sollevando un contenzioso più ampio. La questione non è solo giuridica, ma anche politica ed economica: trovare un punto d’equilibrio tra obblighi normativi e libertà imprenditoriale sarà la prossima grande sfida.