Addio bollette: solo l’1% dell’energia di questa fonte infinita coprirebbe il 50% del fabbisogno elettrico mondiale | Da domani fornitura di Stato

Moto ondoso - (cataniaoggi.it-pexels)
La nuova frontiera dell’energia rinnovabile è in mare: un immenso potenziale ancora inesplorato
Il moto ondoso degli oceani rappresenta una delle fonti energetiche più potenti e costanti presenti sul pianeta. Si stima che le onde marine producano in media tra i 50 e gli 80 terawatt di energia, una cifra che supera di gran lunga il fabbisogno energetico globale annuale dell’umanità. Basterebbe riuscire a catturare appena l’1% di questa forza naturale per coprire fino al 50% del fabbisogno elettrico mondiale, un dato che lascia intravedere una possibile rivoluzione verde.
A differenza dell’energia solare ed eolica, la forza del mare è continua e prevedibile. Tuttavia, il suo sfruttamento è rimasto finora marginale. Le difficoltà tecniche, legate in particolare alla progettazione di dispositivi efficienti in acque profonde, hanno frenato l’adozione su larga scala di impianti in grado di convertire l’energia delle onde in elettricità. Le tecnologie attuali, come le turbine a onde o le colonne d’acqua oscillanti, faticano a produrre risultati consistenti in condizioni oceaniche complesse.
Uno studio recente propone una soluzione ingegnosa per superare le limitazioni esistenti: l’uso di onde acustiche sottomarine per amplificare le onde superficiali. Questa tecnica si basa su un principio fisico noto come “triade risonante”, che descrive un’interazione non lineare tra due onde sonore e una superficiale. Quando due onde acustiche si sincronizzano, possono trasferire energia a un’onda di superficie, aumentandone l’ampiezza fino al 30% in condizioni favorevoli.
Le onde acustiche viaggiano nell’acqua a velocità molto elevate, circa 1.500 metri al secondo, mentre le onde superficiali si muovono molto più lentamente. Questa differenza permette, se calibrata con precisione, un’interazione efficiente in grado di amplificare l’energia disponibile sulla superficie marina. Il fenomeno si manifesta con maggiore efficacia in acque poco profonde, dove il trasferimento energetico avviene con maggiore facilità.
Applicazioni pratiche a portata di mano
Sebbene questa tecnologia sia ancora in fase sperimentale, esistono già generatori di onde acustiche usati nei laboratori, che potrebbero essere adattati per funzionare su scala oceanica. Questi dispositivi stimolerebbero localmente le onde marine, rendendo più efficace la produzione di energia da dispositivi esistenti. Inoltre, trattandosi di un metodo non invasivo, non richiederebbe strutture ingombranti o modifiche ambientali significative.
L’interazione tra onde sonore e marine potrebbe avere implicazioni che vanno oltre l’energia rinnovabile. L’osservazione di fenomeni di risonanza durante lo tsunami di Tonga del 2022 ha dimostrato che le onde acustiche possono influenzare la propagazione delle onde oceaniche. In prospettiva, questo meccanismo potrebbe essere sfruttato per mitigare gli effetti di tsunami, anche se le sfide tecniche da affrontare restano notevoli.
Verso sistemi di allerta più efficaci
Una ricaduta più immediata di questa scoperta riguarda il miglioramento dei sistemi di allerta precoce. Le onde sonore sottomarine potrebbero essere utilizzate per rilevare con maggiore anticipo eventi sismici o anomalie marine. Si stima che una rete di circa 30 stazioni idrofoniche ben distribuite potrebbe coprire le aree costiere a rischio, rendendo i sistemi attuali più veloci e affidabili.
Affinché questa tecnologia possa essere implementata, sarà necessario un lavoro di ricerca accurato per comprenderne appieno le implicazioni. Servono dati precisi sulla frequenza ottimale delle onde acustiche, sull’intensità necessaria e sugli effetti sull’ecosistema marino. Le simulazioni attuali indicano che le pressioni richieste sono contenute, ben al di sotto delle soglie pericolose per la fauna marina. Un segnale positivo per uno sviluppo sostenibile che potrebbe cambiare il modo in cui l’umanità produce e gestisce l’energia.