Ad Aci Sant’Antonio i Carabinieri hanno sequestrato un autolavaggio privo delle necessarie autorizzazioni ambientali e con gravi irregolarità nella gestione delle acque reflue e dei rifiuti.
Sequestro preventivo ad Aci Sant’Antonio, dove i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catania, insieme ai militari della Stazione di Aci Sant’Antonio, hanno effettuato un controllo presso un autolavaggio gestito da un 31enne residente nel comune etneo. L’attività risultava pienamente operativa al momento dell’accesso dei militari, che hanno immediatamente rilevato una serie di criticità tali da rendere necessario un intervento urgente.
Dagli accertamenti condotti congiuntamente al personale dell’Ufficio Tecnico comunale è emerso che lo smaltimento delle acque reflue non avveniva nel rispetto delle norme vigenti. Alcune vasche presentavano perdite che causavano la dispersione dei liquidi sul suolo circostante, mentre il pavimento dell’area risultava impregnato di residui derivanti dalla lavorazione.
Nel corso delle verifiche è stata inoltre riscontrata la totale assenza della documentazione relativa alla gestione dei rifiuti speciali prodotti dall’attività, così come dei formulari obbligatori per il tracciamento degli scarti di lavorazione. È stata anche accertata la mancanza di una autorizzazione allo scarico regolarmente valida, risultata scaduta da anni e mai rinnovata.
Alla luce della gravità delle violazioni ambientali riscontrate e al fine di impedire la prosecuzione dell’attività in condizioni non conformi, i Carabinieri hanno disposto il sequestro preventivo dell’intero autolavaggio, comprese le attrezzature e l’area di circa mille metri quadrati su cui insiste l’impianto.
Sulla base degli indizi raccolti, da verificare in sede giurisdizionale, il gestore è stato denunciato per violazioni all’articolo 256 del D.Lgs. 152/2006, relativo alla gestione illecita dei rifiuti e all’assenza delle autorizzazioni necessarie per attività a potenziale impatto ambientale.
Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.
