Procura di Catania apre indagine sulla fuga di monossido a Zafferana
La Procura di Catania ha avviato un’indagine sulle intossicazioni da monossido di carbonio verificatesi nel palatenda comunale di Zafferana Etnea durante la partita di pallavolo femminile tra Zafferana Volley e Volley ’96 Milazzo.
La Procura della Repubblica di Catania ha aperto un fascicolo per fare luce sulla fuga di monossido di carbonio che, nella serata di venerdì, ha provocato il malore di numerose giocatrici impegnate nella gara femminile tra Zafferana Volley e Volley ’96 Milazzo. La conferma è arrivata dal procuratore Francesco Curcio, che ha spiegato come l’inchiesta, al momento senza indagati, ipotizzi il reato di lesioni colpose.
L’attenzione degli investigatori è focalizzata sull’impianto di riscaldamento del palatenda comunale, che è stato sequestrato dai Vigili del fuoco. Tra i punti da chiarire figurano anche le condizioni tecniche dell’impianto e il motivo per cui sia stato acceso nonostante, secondo le prime informazioni, non risultasse ancora collaudato.
Le conseguenze della fuga di monossido sono state immediate: alcune atlete sono svenute sul posto, altre hanno accusato forti mal di testa, nausea e difficoltà respiratorie. In totale, 15 giocatrici sono state trasferite all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove per otto è stato necessario il ricorso alla camera iperbarica a causa dei livelli elevati di monossido riscontrati nei polmoni. Le altre sette sono state sottoposte a ossigenoterapia presso il Pronto soccorso.
Altre persone coinvolte nell’episodio si sono rivolte ai servizi di emergenza di altri nosocomi, tra cui il Policlinico universitario di Catania. Nonostante la gravità della situazione, tutte le persone soccorse risultano essere state dimesse dopo le cure necessarie.
L’inchiesta della Procura, supportata dalle verifiche tecniche dei Vigili del fuoco e dagli accertamenti degli organi comunali, punta ora a ricostruire in modo dettagliato la dinamica dell’accaduto e a individuare eventuali responsabilità nella gestione e nell’attivazione dell’impianto di riscaldamento della struttura sportiva.
Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.
