Minacce e aggressioni alla moglie per ottenere denaro: l’intervento della Polizia di Stato evita conseguenze più gravi. Presente in casa anche il figlio di cinque anni.
CATANIA – La Polizia di Stato ha arrestato un catanese di 48 anni che, nei giorni scorsi, avrebbe minacciato e aggredito la moglie per costringerla a consegnargli del denaro, necessario – secondo quanto emerso – per procurarsi sostanza stupefacente.
L’intervento è scattato in un’abitazione del quartiere San Cristoforo, dopo la segnalazione giunta alla Sala Operativa della Questura di Catania da parte della vittima. All’arrivo dei poliziotti della squadra Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, la donna, visibilmente scossa, ha raccontato di essere stata aggredita al culmine di una violenta discussione nata dall’ennesima richiesta di soldi da parte del marito.
Secondo quanto riferito, al rifiuto della donna l’uomo avrebbe dapprima scaraventato a terra alcune suppellettili e poi l’avrebbe afferrata per il collo, colpendola con calci e pugni al volto. L’aggressione si sarebbe consumata alla presenza del figlioletto della coppia, di appena cinque anni, scoppiato in lacrime di fronte alle urla della madre.
Giunti sul posto, i poliziotti hanno bloccato il 48enne, trovato ancora in casa in stato di forte agitazione, e prestato immediato soccorso alla donna, che è stata accompagnata al pronto soccorso. I sanitari le hanno diagnosticato la frattura di un dito della mano.
Dagli accertamenti effettuati nell’immediatezza è emerso che l’uomo, tossicodipendente, si era allontanato da una comunità di recupero per fare rientro a casa. In stato di astinenza, avrebbe minacciato la moglie per ottenere il denaro necessario all’acquisto di una dose di droga. Il rifiuto della donna avrebbe scatenato la violenta reazione.
A seguito della formalizzazione della denuncia, il 48enne è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, ferma restando la presunzione di innocenza.
Informato il Pubblico Ministero di turno presso il Tribunale di Catania, l’uomo è stato condotto in carcere, in attesa dell’udienza di convalida davanti al giudice.
Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.
