San Cristoforo, sequestrati 19 grammi di crack e arrestato un trentenne

La Polizia di Stato ha sequestrato crack, denaro e un sistema di videosorveglianza artigianale, arrestando un trentenne accusato di attività di spaccio.

Una mirata attività della Polizia di Stato ha permesso di individuare e interrompere una presunta piazza di spaccio nel quartiere San Cristoforo, a Catania. L’intervento è scattato nei giorni scorsi, quando gli agenti della Squadra Volanti hanno notato un anomalo movimento di persone nei pressi di un immobile in zona via Colomba. Il flusso continuo di soggetti ha insospettito i poliziotti, che hanno deciso di approfondire la situazione.

Avvicinandosi alla struttura, in evidente stato di degrado, gli agenti hanno individuato un articolato sistema di videocamere disposte lungo il perimetro esterno, verosimilmente predisposto per controllare gli accessi. Mentre uno degli operatori si posizionava sul retro dell’edificio, ha visto un individuo lanciare dal balcone un sacchetto, dopo essersi con ogni probabilità accorto della presenza delle forze dell’ordine.

Il sacchetto, immediatamente recuperato e aperto, conteneva 19 grammi di crack, un telefono cellulare e un bilancino di precisione, materiale posto sotto sequestro. Nel frattempo, gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno fatto ingresso nei locali, trovando due uomini seduti intorno a un tavolo sul quale erano presenti residui di stupefacente e 255 euro in contanti.

Uno dei presenti, già noto come assuntore di crack, ha dichiarato di trovarsi lì per consumare la sostanza. L’altro, un catanese di 30 anni, è stato riconosciuto dagli agenti come colui che aveva poco prima lanciato il sacchetto dal balcone ed è risultato essere nella disponibilità dei locali. L’uomo, inoltre, stava monitorando le immagini del sistema di videosorveglianza per controllare la situazione all’esterno.

Al termine delle verifiche, il trentenne è stato arrestato con l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Dopo le procedure di fotosegnalamento curate dalla Polizia Scientifica, è stato condotto nelle camere di sicurezza della Questura su disposizione del PM di turno, in attesa del giudizio per direttissima.

Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.