Caro materiali: in Sicilia a rischio 755 cantieri per 14,2 miliardi

E’ emergenza nazionale e l’Isola è prima per importi con il 15% del totale
Occorre coprire l’aumento dei costi rispetto ai prezzi previsti in gara
Russo: “Invochiamo l’aiuto di Regione, Ars, partiti, parlamentari e sindacati affinché sollecitino al governo e al Parlamento nazionali l’adozione delle necessarie misure finanziarie per garantire il completamento delle opere e il mantenimento dei livelli occupazionali”

Palermo, 28 novembre 2025 – L’Ance Sicilia segnala con grande preoccupazione i pesanti ritardi nei pagamenti dei ristori per il caro materiali degli anni precedenti e la mancanza di stanziamenti per il 2025 e il 2026.

In Sicilia, secondo i dati Cnce Edilconnect elaborati dal Centro studi di Ance nazionale, ci sono 755 cantieri attualmente in corso, per un importo complessivo di 14,2 miliardi di euro, per appalti che non hanno la possibilità di adeguamento prezzi e che rischiano quindi rallentamenti o interruzioni. Di questi, 273 cantieri, per circa 4,4 miliardi, sono legati a progetti del Pnrr.

Il fenomeno del caro materiali, osserva Ance Sicilia, non può considerarsi superato: i costi di esecuzione rimangono più alti rispetto ai prezzari vigenti al momento delle gare. Secondo i dati Istat, i prezzi sono aumentati del 30%, trainati dai rincari dei materiali da costruzione: acciaio +30%, bitume +49%, rame +65%.

Se non saranno stanziate risorse adeguate e se non ci sarà la proroga della misura al 2026, diventerà impossibile garantire la continuità dei lavori e sarà una vera emergenza”, sostiene Salvo Russo, presidente di Ance Sicilia, sottolineando che le imprese stanno sostenendo anticipazioni finanziarie non più sopportabili, con il rischio di una paralisi della filiera e di gravi ripercussioni sugli obiettivi del Pnrr.

Russo conclude: “La Sicilia è maglia nera nazionale, rappresenta da sola il 15% degli importi dei lavori non coperti, precedendo la Lombardia (13%). Chiediamo aiuto al governo regionale, ai responsabili dei partiti, ai gruppi dell’Ars, ai parlamentari nazionali e ai sindacati per sollecitare l’adozione delle misure finanziarie necessarie a garantire la prosecuzione dei lavori, il mantenimento dei livelli occupazionali e la tenuta di un settore decisivo per la crescita del Pil dell’Isola”.