Cresce la pressione fiscale in Italia: pesano inflazione ed evasione
Pagamento tasse (cataniaoggi.it-pexels)
Lo Stato incassa il 42,8% del Pil: aumentano le tasse e cresce anche l’evasione fiscale, tornata sopra i 100 miliardi.
ROMA – L’ultima fotografia economica dell’Italia arriva dal Documento programmatico di finanza pubblica e mostra una tendenza chiara: la pressione fiscale nel 2025 salirà al 42,8% del Pil. Tre decimali in più rispetto al 2024, un incremento tutt’altro che marginale, che conferma come il peso del fisco sui cittadini resti alto e sostanzialmente stabile anche negli anni a venire. Le stime per il 2026 e il 2027 la collocano al 42,7%, per poi scendere appena al 42,6% nel 2028.
Un dato che evidenzia le contraddizioni della politica economica del governo Meloni. La premier ha spiegato che un aumento della pressione fiscale non equivale necessariamente a un aumento delle tasse: “Più persone lavorano e quindi più persone pagano le imposte”, ha dichiarato, sostenendo che la crescita dell’occupazione spieghi il dato. Tuttavia, molti economisti contestano questa lettura, rilevando che la nuova occupazione è in gran parte a basso valore aggiunto, con salari modesti che generano un Pil inferiore rispetto ai settori ad alta produttività.
Il risultato è che i lavoratori dipendenti restano i più penalizzati: pur percependo aumenti nominali, vedono crescere la quota di reddito destinata al fisco. A contribuire all’aumento della pressione fiscale è anche il cosiddetto fiscal drag, cioè l’aumento “invisibile” delle imposte dovuto all’inflazione. Le aliquote fiscali, non essendo indicizzate, restano ferme mentre i redditi nominali crescono, con il risultato che molti cittadini finiscono in scaglioni superiori pur non avendo un maggiore potere d’acquisto.
Neanche il taglio del cuneo fiscale, reso strutturale, è bastato a neutralizzare completamente questi effetti. A tutto ciò si aggiunge un altro dato allarmante: l’evasione fiscale è tornata a superare i 100 miliardi di euro. Secondo l’ultima relazione del Ministero dell’Economia, l’economia sommersa rappresenta oltre il 9% del prodotto interno lordo. Una cifra che fotografa la distanza tra chi paga regolarmente le tasse e chi continua a sfuggire al fisco.
In questo quadro, il governo è chiamato a un difficile equilibrio: mantenere le promesse di riduzione delle imposte senza compromettere la tenuta dei conti pubblici. Per ora, la curva della pressione fiscale continua a crescere, e con essa la sensazione, tra i contribuenti, di un carico sempre più difficile da sostenere.
