Colpo al Louvre, rubati i gioielli di Napoleone: tra sfarzo, storia e mistero
A Parigi banda di quattro persone travestite da operai ruba nove gioielli di inestimabile valore dalla Galleria d’Apollo. Tra i pezzi trafugati, parte della collezione di Napoleone e dell’imperatrice Eugenia. Un colpo da film che scuote la Francia e riaccende i riflettori sulla storia dei tesori imperiali tra sfarzo e decadenza.
PARIGI – È stato definito il colpo del secolo. Una banda di quattro persone, travestite da operai, ha messo a segno un furto spettacolare nel cuore di Parigi, al Museo del Louvre. In pieno giorno, sotto gli occhi di turisti e custodi, i ladri hanno trafugato nove preziosi gioielli appartenenti alla collezione di Napoleone Bonaparte, custoditi nella celebre Galleria d’Apollo. Un’azione fulminea e silenziosa, durata meno di dieci minuti, che ha lasciato il mondo dell’arte e della politica francese sotto choc.
Secondo le prime ricostruzioni, i falsi operai sono entrati nel museo intorno alle 9:30, fingendo di dover effettuare lavori di manutenzione. Dopo aver eluso i controlli, hanno disattivato un sistema d’allarme e smontato le teche blindate che custodivano i gioielli. Poi, a bordo di un camion bianco, sono fuggiti tra le vie del centro, facendo perdere le loro tracce. Il Louvre è stato immediatamente evacuato e la Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per furto aggravato, con la collaborazione della polizia giudiziaria e dell’Interpol.
Il bottino comprende alcuni dei simboli più iconici della Francia imperiale: la corona dell’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III; il diadema di diamanti appartenuto a Maria Luisa d’Austria; e la parure di zaffiri e diamanti donata a Paolina Borghese, sorella dell’Imperatore. Tesori di inestimabile valore storico e artistico, parte della collezione napoleonica del Louvre, che comprende più di mille oggetti legati alla dinastia Bonaparte.
Molti di questi gioielli erano stati restaurati e riallestiti per la mostra “Les trésors de Napoléon”, inaugurata pochi anni fa nella Galleria d’Apollo. I reperti, appartenenti alle famiglie imperiali di Francia e d’Austria, rappresentano un viaggio nello sfarzo e nella decadenza dell’epoca napoleonica. Secondo gli esperti, il valore economico complessivo del furto è incalcolabile, ma il danno simbolico è ancora più profondo: un attacco al cuore della storia francese.
“È un affronto alla nostra identità e alla nostra memoria collettiva” – ha dichiarato il presidente Emmanuel Macron –. “Chi ha colpito il Louvre ha colpito la Francia. Li prenderemo”. Anche Marine Le Pen ha commentato l’accaduto parlando di “Francia umiliata”, chiedendo un’inchiesta parlamentare sulla sicurezza dei musei nazionali.
La ministra della Cultura Rima Abdul-Malak ha invece evidenziato il rischio di un’azione di criminalità organizzata internazionale, probabilmente orchestrata da una rete specializzata in furti d’arte. “I gioielli non potranno essere rivenduti sul mercato nero – ha spiegato l’esperto Pierre-Jean Chalençon – perché troppo riconoscibili. Potrebbero essere smontati e rivenduti separatamente, ma perderebbero tutto il loro valore storico”.
Non tutti i pezzi, tuttavia, sono stati rubati. Dopo ore di ricerca, una delle opere simbolo, la corona dell’imperatrice Eugenia, è stata ritrovata intatta poco lontano dal museo, forse abbandonata durante la fuga. Restano invece scomparsi il collier di Maria Luisa d’Austria e la parure di Luigi Filippo, pezzi unici della gioielleria imperiale francese.
La storia dei tesori di Bonaparte: tra sfarzo e decadenza
I beni napoleonici del Louvre sono considerati da sempre un simbolo di potere e ambizione. Napoleone stesso vedeva nel possesso delle arti e del lusso un modo per consolidare il proprio prestigio e quello della Francia. Dopo la Restaurazione e la caduta dell’Impero, molti dei suoi tesori furono dispersi, venduti o confiscati. Solo nel 1852, con Napoleone III, iniziò la ricostruzione di una collezione imperiale organica, esposta poi nel Louvre a partire dal 1855.
Tra i pezzi più famosi figura il diamante Régent, oggi valutato oltre 60 milioni di euro, e la tiara di perle e diamanti appartenuta all’imperatrice Eugenia, ritratta dal pittore Franz Xavier Winterhalter nel celebre dipinto del 1853. Oggetti che raccontano una stagione di splendore ma anche di eccessi, dove il potere si misurava nella capacità di possedere e di esibire la ricchezza.
Il Museo del Louvre, attraverso la Galleria d’Apollo, custodisce oggi questi simboli di un’epoca, insieme a opere d’arte e gioielli che rappresentano non solo la Francia ma l’intera eredità culturale europea. Gli esperti sottolineano che i ladri, pur colpendo in modo preciso e spettacolare, “non sono riusciti ad attaccare la memoria” di ciò che quei tesori rappresentano: l’ambizione, la bellezza e la fragilità del potere umano.
Intanto, le indagini proseguono. La polizia francese ha diffuso immagini e video dei sospettati e invita i cittadini a collaborare. L’Europa, ancora una volta, osserva con stupore e inquietudine l’ennesimo capitolo di un racconto in cui realtà e leggenda si intrecciano come in un romanzo di Arsenio Lupin.