“Le parole di Pippo”, alla Cappella Bonajuto il ricordo di Giuseppe Fava tra teatro e memoria civile
Uno spettacolo ispirato alle interviste del giornalista e scrittore Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia 41 anni fa, celebra la forza della parola come strumento di verità e impegno.
CATANIA – “A che serve essere vivi se non si ha il coraggio di lottare?”. È una delle frasi più intense e simboliche di Giuseppe Fava, giornalista, scrittore e intellettuale che fece della verità una missione civile. A quarantun anni dalla sua morte, le sue parole tornano a risuonare con “Le parole di Pippo”, lo spettacolo prodotto da Palcoscenico Catania e organizzato da Arte-lè, in scena oggi alle 21 alla Cappella Bonajuto e domani alle 18:30 alla Galleria Gam.
Diretto e interpretato da Orazio Torrisi e Angelo D’Agosta, lo spettacolo è un viaggio nella mente e nell’anima di Fava attraverso le sue interviste, i suoi articoli e le sue riflessioni, capaci ancora oggi di parlare di coraggio, libertà e giustizia. “Fava era un teatrante dell’anima – spiegano gli attori – la sua scrittura era già scena, il suo pensiero un atto di verità”.
L’opera nasce dalle parole e dalle idee del fondatore de I Siciliani, dalla celebre intervista con Enzo Biagi ai suoi editoriali, restituendo al pubblico la dimensione più viva e umana di un intellettuale che ha pagato con la vita il proprio impegno. “Non una commemorazione – spiegano Torrisi e D’Agosta – ma la prova che la sua voce continua a indicare la strada a chi oggi sceglie di non voltarsi dall’altra parte”.
Lo spettacolo diventa così un atto di memoria collettiva, un invito a far rivivere attraverso l’arte le parole di un uomo che non smise mai di credere nel potere della verità. Sullo sfondo, la città di Catania e i luoghi simbolo della sua storia civile, testimoni del valore di chi, come Fava, scelse di essere libero anche quando significava essere solo.
“Le parole di Pippo” è un omaggio a un intellettuale che ha trasformato la parola in resistenza e la memoria in futuro.