Sicilia e intelligenza artificiale: tra fiducia e timori, il Sud guarda al futuro del lavoro
Internet (Pixabay) CataniaOggi
La Sicilia si conferma tra i territori del Mezzogiorno più attenti alle dinamiche dell’intelligenza artificiale, un tema che divide ma al tempo stesso stimola il dibattito sul futuro del lavoro. Secondo un’indagine condotta da LinkedIn, il 74% dei professionisti siciliani dichiara un atteggiamento ottimista verso le possibilità offerte dall’AI, una percentuale più alta rispetto alla media nazionale (54%). Non mancano però le perplessità: il 56% dei lavoratori isolani teme che la crescente diffusione delle nuove tecnologie possa generare conseguenze negative sul piano occupazionale, sostituendo intere mansioni con sistemi automatizzati. Un equilibrio, dunque, tra fiducia e apprensione che riflette il momento di transizione in corso.
Germano Buffa, Head of Talent Solutions Gov & LinkedIn Italy, sottolinea come «la tecnologia sarà un alleato prezioso se utilizzata per supportare i processi decisionali, orientare le scelte delle imprese e favorire l’innovazione».
Dall’analisi emerge anche che nel Sud, e in particolare in Sicilia, si fa strada una visione più pragmatica: il 75% degli intervistati ritiene che l’intelligenza artificiale rappresenti una risorsa per migliorare l’organizzazione aziendale e agevolare i processi decisionali. Un dato che conferma l’apertura verso strumenti digitali avanzati, con la consapevolezza che serviranno formazione e nuove competenze per gestire il cambiamento. Sul fronte delle professioni più esposte alle trasformazioni, il 69% dei lavoratori indica come prioritarie le attività legate ai servizi al cliente e alle relazioni interpersonali, mentre cresce la richiesta di nuove figure specializzate nel data management, nella programmazione e nell’analisi dei sistemi intelligenti.
L’indagine mette inoltre in evidenza una sfida specifica per le regioni del Sud: la capacità di intercettare i benefici dell’innovazione senza ampliare i divari già esistenti con il Nord. In Sicilia e Campania, il 75% degli intervistati ritiene che l’intelligenza artificiale possa diventare un volano di sviluppo, ma solo a patto di accompagnare l’innovazione con percorsi di formazione adeguati e inclusivi.
Un segnale positivo arriva dai giovani: il 74% dei ragazzi tra i 20 e i 35 anni si dichiara pronto a investire tempo e risorse per acquisire nuove competenze digitali. Una generazione che guarda all’AI non come a una minaccia, ma come a un’opportunità per aprire scenari di crescita professionale. Secondo Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia, «il futuro del lavoro dipenderà dalla capacità di integrare le competenze tradizionali con quelle digitali. Le aziende che sapranno unire esperienza e innovazione saranno quelle in grado di affrontare meglio i cambiamenti».
La sfida, quindi, non è solo tecnologica ma culturale: costruire un ecosistema che favorisca l’aggiornamento continuo, l’incontro tra generazioni e la collaborazione tra pubblico e privato. In questa partita la Sicilia si trova in prima linea, chiamata a trasformare l’AI da minaccia percepita a reale opportunità di sviluppo.