Termovalorizzatori, Schifani centra il primo traguardo: aggiudicata la progettazione per Palermo e Catania
Renato Schifani
Era stato il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale e, superata la metà della legislatura, Renato Schifani porta a casa il primo vero risultato. È stata infatti aggiudicata la gara d’appalto da oltre 44 milioni di euro per lo studio di fattibilità e la direzione dei lavori dei due termovalorizzatori di Palermo e Catania. Gli stessi impianti sui quali il governatore aveva preso un impegno con gli elettori nel 2022 e che hanno ottenuto un finanziamento da 800 milioni di euro grazie all’Accordo di Sviluppo e Coesione firmato con la premier Giorgia Meloni alla vigilia delle elezioni europee del 2024. Un percorso accidentato, se si considera che solo pochi mesi fa Schifani aveva ricevuto a casa una lettera intimidatoria con scritto: «Brucerai insieme ai tuoi bruciatori». Un chiaro segnale delle tensioni che accompagnano il progetto. Nonostante ciò, il cronoprogramma fissato dal governo regionale va avanti: Invitalia ha ora assegnato l’appalto per la progettazione di fattibilità tecnico-economica dei due impianti, che sorgeranno a Bellolampo, nel palermitano, e nell’area industriale etnea, siti già individuati dal Piano regionale dei rifiuti.
A occuparsi della progettazione sarà un raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Crew srl, società del gruppo Ferrovie dello Stato, con la partecipazione di Systraspa (già Sws Engineering), Martino Associati Grosseto srl, E.Co. srl, Utres Ambiente srl, l’ingegnere Corrado Pecora e Ibi Studio srl. L’appalto, dal valore di quasi 22 milioni di euro, riguarda la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica, il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, la relazione geologica e il piano economico-finanziario di massima.
Il raggruppamento ha ottenuto un punteggio complessivo di 79,475, per un corrispettivo di 14,117 milioni di euro oltre IVA e oneri. Con lo stesso ribasso è stato aggiudicato anche l’affidamento dei servizi opzionali di direzione lavori e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione, per un importo stimato in ulteriori 22,4 milioni di euro. Lo studio dovrà essere completato entro 150 giorni dall’avvio delle attività, che inizieranno a breve. Successivamente si procederà con le gare per la progettazione esecutiva, la costruzione e la gestione degli impianti.
Per Schifani, che ricopre anche l’incarico di commissario straordinario per la rete impiantistica dei rifiuti, l’aggiudicazione rappresenta «un altro grande passo verso la realizzazione di due impianti strategici per la Sicilia e di un obiettivo epocale che consentirà alla nostra Regione di dire finalmente addio alle discariche ed evitare la dispendiosa spedizione dei rifiuti all’estero, che ogni anno ci costa oltre cento milioni di euro».
Il governatore rivendica dunque il risultato come una tappa storica, ma il fronte politico resta diviso. Il Movimento 5 Stelle, con il coordinatore regionale e vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola, attacca parlando di «spreco di risorse» e di «gioco al rialzo sulle tasche dei siciliani». Secondo i pentastellati, «22 milioni solo per lo studio di fattibilità sono una cifra spropositata», soprattutto alla luce dei precedenti legati al fallimento dei progetti di inceneritori nell’era Cuffaro.
Dure anche le critiche del Pd. Il segretario regionale Anthony Barbagallo parla di un’aggiudicazione «scritta sulla sabbia», sottolineando come la Sicilia rischi, nell’attesa della realizzazione, di essere comunque sommersa dai rifiuti. «Restano forti perplessità sull’idoneità dei siti individuati e su una proposta inadeguata e non in linea con le indicazioni europee», ha dichiarato, annunciando battaglia in Parlamento regionale. Mentre il governo regionale prova a blindare il cronoprogramma, lo scontro politico sembra destinato a proseguire. Da un lato Schifani rivendica il risultato come segnale di concretezza e di rottura con il passato, dall’altro le opposizioni denunciano rischi, costi e criticità. Una partita che non si chiuderà presto, ma che segna una svolta per la gestione dei rifiuti in Sicilia, tradizionalmente legata alle discariche e alle emergenze cicliche.