Rimini, al “Cantiere Futuro” focus su porti e Mediterraneo: prima uscita ufficiale del commissario Tardino
All’interno del padiglione “Cantiere Futuro”, allestito dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili in occasione della 46ª edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, si è svolto un confronto aperto e operativo sul ruolo strategico dei porti italiani. Al tavolo, convocati dal viceministro Edoardo Rixi, i commissari e i presidenti delle Autorità di Sistema Portuale (AdSP), i vertici delle altre AdSP e Rodolfo Giampieri, presidente di Assoporti. Tra i presenti anche il neo commissario straordinario dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, Avv. Annalisa Tardino, alla sua prima uscita ufficiale nella nuova veste istituzionale.
L’incontro, inserito nel calendario del Meeting che richiama ogni anno personalità della politica, dell’economia e della cultura, si è sviluppato attorno a un nucleo di obiettivi concreti: infrastrutture, competitività e strategie di crescita finalizzate a rendere i porti italiani più efficienti e internazionalmente attrattivi. Tardino ha partecipato al panel “Italia hub del Mediterraneo: infrastrutture, innovazione e sostenibilità per i trasporti del futuro”, che aveva tra i relatori lo stesso viceministro Rixi, e ha avuto un breve colloquio con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.
«Dal Meeting di Rimini — ha commentato il commissario Tardino — esce una visione condivisa per il futuro del Mediterraneo. Con la Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola abbiamo brevemente ribadito un impegno chiaro: le infrastrutture siciliane non sono solo una priorità locale, ma un tassello strategico per l’intera Europa. Il Mediterraneo, da Malta alla Sicilia, deve essere crocevia di sviluppo, innovazione e relazioni internazionali. È questa la promessa che ci siamo scambiate come rappresentanti istituzionali: costruire un’Europa più vicina al Sud, più attenta alle sue potenzialità e più consapevole del suo ruolo geopolitico. Essere ascoltati, essere protagonisti: è questo che ci rende orgogliosi della nostra appartenenza».
Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Edoardo Rixi, che ha provato a tradurre in sintesi politica il senso del dibattito tecnico. «Viviamo in un mondo destabilizzato dove il commercio e le infrastrutture restano l’unico vero collante tra i popoli», ha affermato il viceministro, insistendo sull’urgenza di modernizzare una rete infrastrutturale spesso datata. «Le nostre linee ferroviarie hanno più di 90 anni», ha ricordato per richiamare l’attenzione sul ritardo tecnologico e infrastrutturale dell’Italia.
Rixi ha indicato la strada da percorrere: «Dobbiamo fare sistema tra porti, interporti e operatori logistici. L’Italia non può più permettersi una sterile competizione interna: dobbiamo presentarci come un unico grande snodo in grado di dialogare efficacemente con la sponda sud del Mediterraneo e con l’Africa». E ha chiuso con un avvertimento e un monito: «O si fa sistema come Italia oppure rischiamo di prendere solo le briciole di un mondo che sta cambiando ma che, se noi sappiamo interpretare, potrebbe essere la fortuna del nostro Paese».
Dal confronto è scaturita anche la proposta — accolta con favore dai presenti — di istituzionalizzare tavoli tecnici permanenti che seguano l’avanzamento dei singoli progetti e verifichino il rispetto dei cronoprogrammi. L’idea è semplice: non basta stanziar risorse; occorre garantire governance, responsabilità e traguardi misurabili per trasformare gli stanziamenti in cantieri, lavoro e servizi.
Per la Sicilia, e in particolare per gli scali del Mezzogiorno, il messaggio appare netto: l’isola è chiamata a essere protagonista della strategia mediterranea, ma per farlo deve poter contare su tempistiche certe, infrastrutture collegate e una regia che coordini investimenti pubblici e privati. L’attenzione guadagnata al Meeting non deve rimanere retorica — è stato il senso comune — ma tradursi in bandi efficaci, gare rapide e cantieri visibili. A Rimini, dunque, il ministero ha voluto mandare un segnale: esiste la volontà politica di mettere i porti al centro di una strategia nazionale, ma dalla volontà bisogna passare rapidamente all’azione. I prossimi mesi saranno decisivi per vedere se le buone intenzioni sapranno diventare risultati concreti.