“Sono malato e non pago nulla”: azzerate le tasse con un certificato medico | Ti depennano dalla lista contribuenti
Agenzia delle Entrate - (cataniaoggi.it-pexels)
Il caso di un uomo malato invalido che si oppone al decreto ingiuntivo: debito ridotto da 19mila a 7mila euro
Un uomo di 58 anni residente nella provincia di Lecce, affetto da una grave patologia invalidante e degenerativa, si è trovato intrappolato in una spirale di debiti che non riusciva più a sostenere. Nonostante avesse già versato numerose rate concordate, l’istituto di credito continuava a pretendere da lui oltre 19.000 euro, una cifra insostenibile rispetto alle sue reali condizioni economiche, compromesse dalla malattia e dall’impossibilità di lavorare.
Invece di arrendersi a una situazione che sembrava senza via d’uscita, l’uomo ha deciso di intraprendere la strada della giustizia. Con l’assistenza di un avvocato, ha presentato opposizione al decreto ingiuntivo emesso dalla banca. Il ricorso ha permesso di far emergere irregolarità contrattuali nel rapporto tra debitore e finanziaria, portando il caso davanti al Tribunale di Lecce.
Il decreto ingiuntivo è uno strumento giuridico rapido e semplificato previsto dal Codice di procedura civile, che consente a un creditore di ottenere un ordine di pagamento nei confronti di un debitore senza avviare un processo ordinario. Si tratta di un provvedimento emesso dal giudice “inaudita altera parte”, ossia senza che il debitore venga ascoltato in quella fase. Proprio per questo, la legge riconosce a quest’ultimo il diritto di opporsi per far valere le proprie ragioni.
Dopo la notifica, il debitore ha 40 giorni di tempo per pagare o proporre opposizione. Se non si attiva entro i termini, il decreto diventa esecutivo e consente al creditore di procedere con pignoramenti o altre azioni coattive. L’opposizione rappresenta quindi l’unico rimedio concreto per contestare importi non dovuti o eccessivamente gonfiati. In caso di opposizione, il giudice può accogliere, respingere o ridimensionare la pretesa economica della banca.
La decisione del Tribunale di Lecce
Nel caso del 58enne salentino, la giudice, sulla base di una consulenza tecnica, ha riconosciuto la fondatezza delle tesi difensive. Sono state accertate incongruenze nei calcoli dell’istituto di credito e, di conseguenza, il debito è stato ridotto in maniera significativa: dai 19.000 euro inizialmente richiesti a circa 7.000 euro. La banca, oltre a rinunciare alla parte eccedente, è stata condannata a farsi carico delle spese legali.
L’episodio, per quanto importante, non è un caso isolato. Secondo i dati Istat aggiornati al 2024, il debito medio degli italiani ha superato i 29.000 euro, con un incremento del 13 percento in soli quattro anni. Gli uomini sopra i 50 anni sono i più colpiti, con debiti che spesso superano i 35.000 euro. Una situazione che fotografa il crescente ricorso a prestiti e finanziamenti anche per spese quotidiane o di entità modesta, come cure dentistiche, elettrodomestici e vacanze.
Le criticità del sistema creditizio
Il legaleha sottolineato come il progressivo ricorso al credito sia il riflesso di un potere d’acquisto in continuo calo per le famiglie italiane. La facilità con cui vengono concessi prestiti, unita a condizioni contrattuali spesso poco trasparenti, contribuisce ad alimentare un fenomeno di sovraindebitamento che può rivelarsi devastante per chi si trova in difficoltà economica o sanitaria.
Il caso dimostra che opporsi a un decreto ingiuntivo non solo è possibile, ma può portare a risultati concreti. Tuttavia, è fondamentale rispettare i termini di legge e muoversi con rapidità, affidandosi a professionisti in grado di individuare eventuali irregolarità. Molti debitori rinunciano per paura dei costi o per mancanza di informazione, ma l’opposizione può rappresentare la differenza tra il tracollo economico e una soluzione più sostenibile.