«Pensa col cuore, dona prima di partire»: al via la campagna estiva per il sangue nella Città metropolitana di Catania

Un video di trenta secondi, un messaggio diretto e un motto che parla al cuore di chi si appresta a partire per le vacanze: “PENSA COL CUORE, DONA PRIMA DI PARTIRE”. È il fulcro della nuova campagna informativa per la donazione del sangue – estate 2025, presentata nel Salone di rappresentanza della Prefettura alla presenza dei vertici sanitari regionali, dei sindaci del Catanese, dei direttori generali degli ospedali e delle associazioni AVIS, FIDAS, CRI e Fratres. Il direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganga Senzio, non ha nascosto le difficoltà che ogni anno si ripropongono con l’arrivo dell’estate: «“Donare prima di partire” è il motto che rappresenta la nostra criticità, specialmente nell’area metropolitana di Catania, dove registriamo un calo importante delle donazioni che crea difficoltà sia per gli interventi chirurgici sia per le trasfusioni dei talassemici. Assieme alla Prefettura abbiamo voluto questo incontro di sensibilizzazione con le associazioni e i Comuni, perché i sindaci sono un elemento importante della catena comunicativa: la donazione deve diventare valore, deve diventare cultura… abbiamo tutti il diritto di riposarci, ma se lo facciamo col cuore in pace è meglio ancora».

Lo spot, essenziale e di forte impatto emotivo, punta proprio su questa urgenza: garantire autosufficienza di emocomponenti in un periodo in cui, storicamente, le scorte si assottigliano. Non a caso l’Assessorato regionale alla Salute ha chiesto il sostegno della Prefettura per veicolare il video in ogni Ufficio relazioni con il pubblico, soprattutto sui social.

Il prefetto di Catania, Giuseppe Signoriello, ha spiegato la strategia comunicativa: «Viviamo nella società della comunicazione e siamo bombardati da messaggi; per questo abbiamo pensato di modificare le modalità della campagna, realizzando uno spot semplice, essenziale, molto breve, che possa essere veicolato dai canali istituzionali ma anche dai social media, raggiungendo quella fetta di potenziali donatori – i giovani – che finora non erano stati intercettati da forme di comunicazione adeguate. Durante l’estate ci troviamo spesso a far fronte a esigenze trasfusionali superiori alle dotazioni: siccome il cuore dei siciliani è grande, sono sicuro che non mancheranno di mostrare la loro disponibilità umana».

Sul versante strettamente sanitario, le cifre confermano la necessità di interventi straordinari: la provincia catanese, sebbene contribuisca in modo significativo al fabbisogno regionale, non è autosufficiente nei mesi caldi e deve ricorrere al supporto delle altre province. Il pericolo che le sale operatorie o i reparti talassemici restino senza emocomponenti è concreto.

A tranquillizzare i donatori sull’aspetto della sicurezza interviene Maria Luisa Ventura, direttore del Centro regionale sangue: «Per noi l’estate è sempre un momento delicato per la presenza dei pazienti talassemici. La volontà del presidente Schifani di istituire tre giornate dedicate al dono – 23 maggio, 19 luglio e 21 settembre – va proprio in questa direzione: ricorda grandi uomini che hanno versato il loro sangue perché il nostro venga donato, non versato. Quanto all’incognita West Nile, i donatori devono stare ultratranquilli: esiste un sistema di sorveglianza continua e siamo già attrezzati con il test NAT su singolo campione; proteggiamo donatori e pazienti per dare un sangue sicuro».

Laganga Senzio ha colto l’occasione per ribadire il nesso tra donazione e prevenzione: «C’è un cambio di paradigma sugli screening: offerta puntuale e rapida, ma poca adesione. Con i medici di famiglia stiamo invertendo la tendenza sullo screening mammografico; resta da colmare il gap sul colon-retto, un esame fondamentale, non invasivo e gratuito». Il messaggio, in fondo, è lo stesso: prendersi cura di sé e degli altri prima che l’emergenza bussi alla porta.

Il successo dell’iniziativa, ammettono in Prefettura, si misurerà in numeri: unità di sangue raccolte e vite salvate. Ma c’è un risultato che vale almeno quanto le sacche in frigorifero: trasformare un gesto di altruismo in rito civile collettivo, prima di chiudere la valigia e partire.