Il sistema portuale siciliano continua a crescere, nonostante la crisi globale che ha colpito i traffici marittimi a causa del blocco del Canale di Suez. Secondo l’ultimo rapporto Assoporti e del centro studi SRM, legato a Intesa Sanpaolo, un terzo del traffico merci del Sud Italia oggi passa dagli scali siciliani, con Augusta come baricentro e Palermo, Porto Empedocle, Catania, Pozzallo e Trapani tra gli scali in maggiore espansione. Una crescita che accende inevitabilmente i riflettori sulla governance delle Autorità portuali. E proprio qui si consuma lo scontro politico. Sono ancora 14 su 16 i vertici da nominare e il confronto tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si fa sempre più teso. FdI ha già ottenuto Messina con Francesco “Ciccio” Rizzo e Civitavecchia con Roberto Petri, e punta ora su Venezia. La Lega, pur avendo in mano il Ministero dei Trasporti con Matteo Salvini, ha finora ottenuto solo Genova. E anche sull’Autorità dello Stretto “considerata strategica per il progetto del Ponte” ha dovuto cedere al pressing di Giorgia Meloni.

Nel mezzo, Forza Italia tenta di difendere i propri spazi, con il presidente della Regione Renato Schifani che ha avanzato la candidatura di Luca Lupi, suo fidato, per la successione di Pasqualino Monti all’Autorità della Sicilia occidentale. Ma la Lega rilancia con un nome forte: Annalisa Tardino, eurodeputata uscente, avvocato cassazionista e volto storico del Carroccio in Sicilia. Tardino è considerata, tra i politici, una delle figure più competenti in ambito infrastrutturale e portuale, grazie al lavoro svolto negli anni a Bruxelles come membro della Commissione per i Trasporti e il Turismo (TRAN), unica Siciliana a farne parte.

Durante il suo mandato ha contribuito in modo concreto a diverse iniziative legislative centrali per lo sviluppo logistico europeo: dalla proposta di una strategia portuale europea globale al regolamento sulla rete TEN-T, passando per interrogazioni e emendamenti che hanno portato l’attenzione dell’Unione su porti strategici come Augusta, Porto Empedocle, Villa San Giovanni e il Ponte sullo Stretto di Messina.

La sua candidatura, oltre a rappresentare una figura politica radicata nel territorio e fedele a Salvini sin dalle prime fasi del radicamento leghista in Sicilia, è sostenuta come profilo tecnico-istituzionale. Secondo fonti di governo, però, l’ipotesi Tardino non avrebbe convinto Schifani, che si sarebbe opposto anche alla nomina di Rizzo a Messina, altro profilo tecnico-politico di FDI. Il confronto resta aperto, ma in un contesto in cui la Sicilia si conferma snodo strategico nel Mediterraneo, la scelta di chi guiderà l’Autorità portuale dovrà essere il giusto bilanciamento tra equilibri politici e competenze e di visione di lungo periodo.

Purtroppo la politica ha finora sempre meno a premiato l’esperienza e le competenze, e sempre più la mera appartenenza e il peso interno ai partiti. Una logica miope. Ma questo schema potrebbe finalmente cambiare. Giorgia Meloni, secondo diverse dichiarazioni pubbliche, sembrerebbe favorevole al ritorno delle preferenze: sarebbe un passo decisivo per riportare la politica al giudizio dei cittadini, ridando legittimità e rappresentanza reale, e superando la stagione dei nominati dall’alto.