Inchiesta Sanità: emesse otto interdittive
Il gip di Catania, Simona Ragazzi, ha disposto la sospensione dall’esercizio di pubblici uffici e servizi per un anno di sei indagati nell’ambito di un’inchiesta della Procura etnea sulla sanità. Tra loro gli ex assessori della Regione Siciliana della Salute, Ruggero Razza, e del Lavoro, Antonio Scavone. Tra i destinatari del provvedimento anche il presidente dell’ordine dei medici di Catania, Ignazio ‘Igo’ La Mantia, e Filippo Di Piazza, Giuseppe Di Rosa e Rosalia Maria Leonardi.
La stessa misura cautelare, ma della durata di otto mesi, è stata emessa nei confronti di Alberto Bianchi e Calogero Grillo. Razza (FdI) e Scavone (Mpa) sono indagati per turbata libertà di scelta del contraente per la nomina di due professionisti per altrettanti progetti; a La Mantia è contestata la turbata libertà degli incanti per aver favorito un candidato a un concorso a dirigente all’Ordine etneo. Al centro dell’inchiesta un’indagine dei militari del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Catania.
Al centro delle indagini incarichi nell’ambito di progetti finanziati e approvati dall’assessorato alla Salute della Regione Siciliana attribuiti a “predestinati” o a dei congiunti attraverso bandi predisposti ad hoc ed esami pilotati nel concorso per la nomina a direttore amministrativo dell’Ordine dei medici di Catania.
Nell’ambito di questa inchiesta il 29 aprile scorso i carabinieri del comando provinciale hanno posto agli arresti domiciliari quattro indagati: Giuseppe Arcidiacono, 65 anni, dirigente medico dell’Arnas Garibaldi di Catania, esponente di FdI che si era candidato a sindaco di Catania, poi ritiratosi per appoggiare Enrico Trantino, sostenuto da tutto il centrodestra; Nunzio Ezio Campagna, 61 anni; Sebastiano Felice Agatino Ferlito, di 69, e un ex funzionario amministrativo dell’università di Catania, Gesualdo Antonino Missale, di 52. Sono indagati per turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente e corruzione per atti contrari al proprio dovere.
Nel provvedimento, emesso nell’ambito dell’operazione denominata ‘Psn’, il gip, accogliendo la richiesta della Procura, ha ravvisato come “stringenti e attuali le esigenze cautelari, potendo gli stessi tornare a rivestire o continuare a ricoprire funzioni e ruoli nella pubblica amministrazione nelle procedure concorsuali universitarie, nell’ambito della sanità pubblica, nella direzione di ordini professionali e nella compagine di governo di enti partecipati dalle pubbliche amministrazioni”.
In particolare, Bianchi e Grillo, contesta la Procura “non avrebbero attivato i loro poteri di controllo della legalità formale e sostanziale delle procedure cui partecipavano in ruoli di rilievo, allo stesso modo, parimenti grave è il concorso alle turbative nell’attribuzione degli incarichi nei progetti Carie osas e Cardio da parte di Leonardi”. La sospensione minore, di otto mesi e non di un anno, sarebbe legata al “ruolo meno centrale che essi avrebbero svolto nei fatti e in ragione di un minore disvalore espresso dalle condotte loro addebitate”. Secondo l’accusa Di Rosa, Di Piazza e La Mantia” perché “avrebbero concorso nell’alterazione della procedura concorsuale per l’incarico di dirigente amministrativo dell’Ordine dei Medici di Catania in favore di Missale”.
Secondo la Procura, in particolare Di Rosa e Di Piazza, “si sarebbero prestati perfino a consegnare le tracce delle prove scritte e le domande di quelle orali al candidato predestinato”. Per l’accusa, invece, Razza avrebbero “favorito la designazione di un esperto in elaborazione report e studi per conto dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Palermo nel progetto denominato “Osas Catania – Sentinelle della prevenzione”; Scavone “l’assegnazione a una persona a lui vicina di un incarico a tempo determinato come “amministrativo” nell’ambito del progetto “Centro Cardio Hub e Spoke – modello di prevenzione e riabilitazione” presentato dall’azienda ospedaliera Garibaldi di Catania”.