Blitz lampo dei Carabinieri: fermato in poche ore il presunto omicida di Caltagirone
Nella giornata di ieri, in un’abitazione di Contrada San Nicolò Le Canne a Caltagirone, i familiari hanno rinvenuto il corpo senza vita di Raffaele Maruca, 63 anni. Inizialmente si era ipotizzato un incidente domestico, ma l’esame preliminare effettuato dalla Polizia Municipale ha rivelato elementi sospetti riconducibili a un’aggressione violenta. Su segnalazione del Comandante del Corpo, la Procura di Catania ha prontamente mobilitato i Carabinieri della Compagnia di Caltagirone. Arrivati sul luogo, i militari hanno collaborato con la Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo di Catania e con il medico legale designato dalla Procura di Caltagirone. Gli specialisti hanno confermato che la vittima era stata colpita da tre proiettili calibro 7,65 — due al torace e uno all’inguine — escludendo ogni altra causa di morte.
Chiusura del cerchio in poche ore
Sotto il costante coordinamento della Procura, i Carabinieri hanno avviato un’indagine serrata e senza sosta, durata meno di un turno di lavoro: in poche ore hanno raccolto testimonianze, acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza e incrociato i dati emersi. Questo intenso lavoro d’intelligence ha permesso di identificare il sospetto già nella notte, tracciando movimenti e alibi. Il presunto autore, il 54enne Corrado Rametta di Avola, è stato subito posto sotto osservazione. Grazie a un’osmosi operativa tra i reparti investigativi di Caltagirone e i militari della Compagnia di Noto, competenti sul territorio di Avola, è scattata un’azione congiunta: un blitz di rastrellamento ha portato al fermo di Rametta in tempi straordinariamente rapidi.
Durante l’arresto, il sospetto non ha opposto resistenza e ha consegnato spontaneamente una pistola con cinque colpi, illegalmente detenuta. Ha inoltre indicato agli inquirenti il nascondiglio degli abiti insanguinati, subito recuperati in un terreno vicino al campo sportivo. Le indagini hanno fatto luce sul movente: rancori maturati in seguito all’assegnazione di una casa pignorata — aggiudicata dal cognato della vittima in un’asta giudiziaria — avrebbero spinto Rametta a un gesto estremo di vendetta. Al momento si sta accertando se si tratti di un conflitto mirato o di un tragico errore d’identità. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, Rametta è stato fermato per omicidio aggravato e tradotto in carcere, nella rigorosa osservanza del principio di presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva.