Dallo scontro alla stretta di mano: il patto Schifani-Lombardo ridisegna gli equilibri in Sicilia
A fine luglio, un video rubato durante un sopralluogo nell’Agrigentino aveva mostrato Renato Schifani esplodere contro gli alleati autonomisti: «Io questi non li tengo più». Era il 25 luglio. Un mese dopo, la scena è completamente cambiata. Perché nella politica siciliana i conflitti durano quanto conviene, e le alleanze si ricompongono appena il vantaggio politico lo suggerisce. Così, lunedì scorso, come scrive Repubblica, Schifani e Raffaele Lombardo si sono incontrati per due ore e hanno suggellato con una stretta di mano un’intesa che modifica gli equilibri nel centrodestra isolano.
L’accordo prevede che il Movimento per l’Autonomia rinunci, almeno per adesso, alla sua autonomia formale per confluire dentro Forza Italia. Gli iscritti autonomisti verranno invitati a prendere la tessera azzurra: un passaggio che, in prospettiva, potrebbe rafforzare la posizione di Schifani e del suo uomo di fiducia Marcello Caruso al congresso regionale del prossimo anno. In cambio, Lombardo ottiene lo sblocco di dossier strategici come quello dell’Azienda siciliana trasporti e una forte influenza sulle liste elettorali forziste. «Siamo già nella fase organizzativa», confermano dal Mpa.
Il cambio di clima era già stato percepito qualche settimana fa, quando Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e figura di spicco di Forza Italia, aveva ipotizzato una candidatura alternativa a Schifani. In quell’occasione, Lombardo non aveva esitato a prendere posizione: «Il presidente rimane Schifani». E a Repubblica aveva anticipato il nuovo corso: «Noi vogliamo andare un passo oltre la federazione con Forza Italia, ma solo a patto che anche Schifani lo voglia».
Da lì il percorso si è fatto rapido. Le interlocuzioni estive hanno portato all’incontro di lunedì, nato ufficialmente per discutere della nomina di Carmelo Frittitta a dirigente generale del dipartimento Energia accanto all’assessore Francesco Colianni. Ma ben presto il confronto si è allargato al terreno politico. «Schifani ha cominciato a gettare le reti», osservano fonti interne a Forza Italia. Dopo le tensioni dell’ultima finanziaria, il governatore aveva bisogno di consolidare i numeri in aula e di garantirsi un alleato affidabile, visto che la compattezza del suo partito resta incerta. Il rimpasto, con l’uscita dei tecnici e l’ingresso di due deputati forzisti in giunta, difficilmente arriverà prima della prossima manovra, la quarta dell’anno.
L’intesa con Lombardo consente a Schifani di rafforzare la sua maggioranza e, allo stesso tempo, di prepararsi al congresso regionale di Forza Italia. L’eventuale sostegno degli autonomisti a Caruso blinderebbe infatti la sua riconferma contro una possibile candidatura sostenuta dall’area dell’eurodeputato Marco Falcone.
Sul fronte opposto, Lombardo porta a casa un risultato immediato: all’assemblea dei soci del 9 settembre Luigi Genovese, figlio dell’ex parlamentare messinese Francantonio, sarà nominato presidente dell’Azienda siciliana trasporti, su sua diretta indicazione. Una designazione attesa da mesi e rimasta congelata nei contrasti estivi. E gli autonomisti non mancano di rivendicare il loro peso: «almeno 100 mila voti organizzati sul territorio», dicono, convinti che ciò renderà Forza Italia il primo partito dell’isola.