All’inizio di una settimana che si preannuncia rovente per il governo regionale, Renato Schifani ha deciso di rompere il ghiaccio con Raffaele Lombardo. Due giorni dopo la diffusione di un video in cui il presidente della Regione sembrava voler mettere ai margini gli autonomisti – “Li terrò ancora per poco”, la frase incriminata – il governatore ha preso il telefono e ha chiamato il leader del Mpa. Un colloquio definito “piuttosto lungo”, durante il quale i due avrebbero concordato di abbassare i toni e di affrontare insieme alcuni nodi politici e amministrativi particolarmente delicati. Il primo tema toccato è stato quello della rete sanitaria, per il quale Schifani ha promesso a Lombardo un incontro a breve. Ma la questione centrale resta la manovra finanziaria, che da oggi inizia il suo tortuoso percorso in commissione Bilancio. Il testo da 345 milioni di euro sarà sottoposto a una profonda revisione. Gli autonomisti, in particolare, avrebbero ottenuto l’eliminazione della spesa per l’acquisto dell’edificio di via Cordova a Palermo, destinato a ospitare gli uffici regionali. Stessa sorte toccherà probabilmente agli articoli che prevedono 50 milioni per chiudere due contenziosi, ritenuti poco chiari dagli alleati: il tema sarà rinviato a settembre.
Per l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, chiamato a guidare la revisione della manovra, si prospetta un compito complesso. I tempi per l’approvazione delle variazioni di bilancio si sono ulteriormente ridotti e il provvedimento rischia di essere più che dimezzato. L’esecutivo, almeno per ora, non presenterà un testo già ridotto, ma porterà in commissione la bozza originale con 36 articoli, dichiarandosi disponibile a lavorare con i deputati per le modifiche. Le priorità individuate sono di due tipi: da un lato le misure che permettono di evitare il pagamento di interessi moratori sui contenziosi, dall’altro quelle con un forte impatto politico e sociale, come il sostegno ai Comuni per le spese legate ai rifiuti e agli assistenti degli studenti disabili, gli interventi sulle strade provinciali e il contenimento delle liste d’attesa negli ospedali. Saranno questi i capitoli da salvare, mentre altri subiranno tagli.
Sul fronte degli extracosti per i Comuni, tutte le opposizioni hanno già depositato emendamenti per alzare la dotazione prevista: dai 20 milioni iniziali a 50 milioni, come richiesto espressamente dagli enti locali. L’obiettivo del governo è arrivare in Aula nella prima settimana di agosto con un testo il più possibile condiviso, per evitare trappole parlamentari. Nel frattempo, Dagnino sta raccogliendo le istanze territoriali dei deputati di maggioranza, che dovranno essere coperte da un fondo compreso tra i 30 e i 40 milioni da affidare all’assessorato alle Infrastrutture. “Non sagre o feste patronali – viene precisato – ma interventi strutturali nel settore delle opere pubbliche”. L’idea è evitare un maxiemendamento e optare invece per un ordine del giorno da collegare al voto finale.
Il Pd, però, critica duramente questa impostazione. Il segretario regionale Anthony Barbagallo parla di “una dazione da 400 mila euro a deputato”, mentre il collega Fabio Venezia accusa Schifani di voler imporre una manovra “che non affronta le vere emergenze della Sicilia, ma che serve solo a distribuire risorse ai singoli assessorati per alimentare vecchie logiche clientelari”. A conferma delle tensioni all’interno della coalizione di centrodestra, il governatore ha diffuso ieri una nota di richiamo ai propri assessori, esortandoli a intervenire immediatamente “contro i ritardi inaccettabili che si registrano troppo spesso nell’adozione dei provvedimenti attuativi delle leggi”. Un avvertimento arrivato anche dopo l’ultima iniziativa della Corte dei Conti regionale, che ha convocato numerosi dirigenti generali titolari di spesa legata al Pnrr, ritenendo carenti i controlli e le verifiche sulle procedure. Un giudizio già espresso nero su bianco in una recente delibera.
La settimana che si apre, dunque, sarà decisiva: il governo Schifani dovrà tenere insieme la propria maggioranza e trovare un accordo che consenta alla manovra di superare senza scossoni il voto dell’Assemblea.