Crédit Agricole, fiducia e innovazione: così la banca diventa motore dell’impresa siciliana
Roberto Ghisellini - Elita Schillaci - Hugues Brasseur
In un tempo in cui la fiducia sembra una parola fragile, Crédit Agricole Italia sceglie di renderla concreta. In Sicilia la banca non solo cresce, ma diventa un vero alleato dell’impresa, puntando su innovazione, giovani e sviluppo sostenibile. I numeri parlano da soli: +12% di impieghi alle aziende, 9.500 nuovi clienti e 40 start-up nate nel cuore di Catania.
Crédit Agricole Italia accelera sulla Sicilia e rafforza la propria presenza sul territorio, dimostrando che il credito può essere una leva di crescita reale, non un ostacolo. Attraverso un modello che unisce innovazione, sostenibilità e vicinanza al tessuto produttivo, il gruppo bancario francese sta costruendo una rete di fiducia fatta di progetti, numeri e persone. «La Sicilia è il cuore pulsante della nostra attività nel Sud Italia» – ha dichiarato Hugues Brasseur, amministratore delegato di Crédit Agricole Italia, nel corso della conferenza tenutasi al Le Village by CA Catania. «Ci impegniamo a rafforzare il legame costruito con l’isola, valorizzando le competenze locali e portando qui tutto il know-how del gruppo internazionale.»
Un impegno che si misura nei fatti: 170.000 clienti gestiti, 6,5 miliardi di masse intermediate (+3,6% da giugno 2024), 1,6 miliardi di euro di impieghi e una rete di 68 filiali distribuite su 9 province. La crescita dei mutui casa, pari a 48 milioni di euro (+4%), e l’ingresso di 9.500 nuovi clienti in un anno, confermano la fiducia verso un modello “100% umano e 100% digitale” che integra consulenza e tecnologia.
Ma il dato che più racconta la filosofia di Crédit Agricole è quello del credito alle imprese. In un periodo in cui il mercato regionale registra un calo dell’1%, la banca segna +12% negli impieghi alle aziende tra il 2022 e il 2025.
«La fiducia si misura con i numeri, non con le parole» – ha sottolineato Roberto Ghisellini, Condirettore Generale del gruppo. «Noi crediamo negli imprenditori e li sosteniamo concretamente. Perché parlare di fiducia è facile, ma dimostrarla con i fatti è ciò che fa la differenza.»
Un approccio che non si limita alla finanza ma guarda al futuro dell’economia reale. Al centro di questa visione c’è Le Village by CA Sicilia, l’incubatore d’impresa e innovazione diretto da Annarita D’Urso, divenuto in poco tempo un punto di riferimento per l’imprenditoria giovanile e per chi sceglie di innovare rimanendo in Sicilia.
«È stato un grande incremento in un anno» – spiega D’Urso. «Siamo passati da 20 a 40 start-up, da 12 a 16 aziende partner e abbiamo coinvolto oltre 25 abilitatori dell’innovazione. Abbiamo ospitato più di 400 studenti e organizzato 150 incontri di business matching tra start-up e aziende corporate, anche a livello nazionale. Il cuore del nostro lavoro è creare connessioni e opportunità reali. Ora siamo nella fase dei progetti pilota: idee che diventano impresa.»
Un ecosistema che genera valore, competenze e sinergie. Le Village by CA è infatti il simbolo di come una banca possa diventare un incubatore di futuro, un acceleratore di talento e un ponte tra economia e conoscenza.
Nel corso dell’incontro, Hugues Brasseur ha posto l’accento anche su uno dei settori più promettenti per il futuro produttivo della Sicilia: la gestione sostenibile dell’acqua e la sperimentazione agricola di nuove colture come l’avocado.
«Stiamo accompagnando aziende che lavorano sul tema dell’acqua, risorsa sempre più preziosa, perché sappiamo quanto sia importante preservarla per mantenere la qualità della produzione agricola» – ha spiegato Brasseur. «Stiamo discutendo con molte imprese per agevolare gli investimenti e dare un futuro a nuovi prodotti, come l’avocado, che non saranno più un’esclusiva del Brasile ma dell’Italia. È un impegno molto concreto, un segno che l’innovazione può nascere anche nei campi, valorizzando le eccellenze del territorio.»
Una visione che unisce agricoltura, sostenibilità e sviluppo tecnologico in un modello di economia circolare capace di guardare oltre la Sicilia, verso i mercati europei e mediterranei.
L’importanza del ruolo della Sicilia in questo processo è stata sottolineata anche da Elita Schillaci, presidente del Comitato Territoriale Sicilia di Crédit Agricole Italia. «La Sicilia sta trasformando la propria antifragilità in un punto di forza. Qui ci sono capacità incredibili» – ha spiegato. «La velocità non è superficialità, ma la capacità di costruire scenari coerenti e flessibili. Crédit Agricole ha dimostrato di sapersi radicare con visione e concretezza, e oggi possiamo affrontare insieme le sfide della globalizzazione, aprendo relazioni nuove con l’Europa e con il Mediterraneo.»
Un pensiero che unisce università, impresa e finanza in un’unica direzione: quella dello sviluppo sostenibile del territorio. Ma lo sviluppo vero non si misura solo con i grafici o con le percentuali: si misura con i gesti. Con quelle scelte quotidiane che raccontano il valore delle persone prima ancora di quello dei bilanci.
Tra queste, c’è il progetto “Payroll Giving”, una delle iniziative più sentite e simboliche di Crédit Agricole Italia. Ogni mese, i collaboratori della banca rinunciano ai centesimi del proprio stipendio, arrotondandolo all’euro inferiore. La banca aggiunge la parte mancante e, insieme, trasformano un gesto piccolo in una grande storia di solidarietà. Da quell’idea semplice è nata una rete silenziosa che, negli anni, ha permesso di donare oltre 1,3 milioni di euro a ospedali e reparti pediatrici in tutta Italia.
È un modo di fare banca che va oltre i numeri: una finanza dal volto umano, dove la fiducia e la responsabilità diventano aiuto concreto, e dove la distanza tra chi sostiene e chi riceve si accorcia fino a scomparire.
Quest’anno, quella catena di solidarietà ha parlato siciliano. Crédit Agricole ha scelto di sostenere l’Associazione Bambaran di Catania e l’Associazione Spia di Palermo, impegnate ogni giorno nella cura e nell’assistenza dei bambini più fragili.
«Questa iniziativa racconta i valori che ci guidano ogni giorno: solidarietà, responsabilità e attaccamento al territorio» – ha spiegato Matteo Bianchi, Chief Governance Officer del gruppo.
Dietro le cifre ci sono volti, mani, storie e sorrisi che tornano a illuminarsi. C’è la prova che, anche nel mondo della finanza, si può mettere il cuore accanto ai numeri, e che la vera ricchezza, alla fine, è quella che si restituisce agli altri.
E in Sicilia, questo messaggio trova la sua forma più autentica: lo sviluppo nasce dalla fiducia, e la fiducia si costruisce con i fatti. Con un credito che sostiene, un incubatore che innova e una comunità che cresce, Crédit Agricole Italia si conferma non solo una banca, ma un motore dell’economia reale, capace di guardare oltre i confini dell’isola verso un futuro condiviso, sostenibile e profondamente umano.