Corruzione, chiesto il processo per l’assessore regionale al Turismo

I pm di Palermo hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’assessore regionale al Turismo Elvira Amata e dell’imprenditrice Caterina Cannariato, nell’ambito di un’inchiesta per corruzione legata all’assunzione del nipote dell’esponente di governo.

La richiesta è stata avanzata dai sostituti procuratori Andrea Fusco e Felice De Benedittis. L’indagine, inizialmente più ampia, si è progressivamente concentrata su due episodi ritenuti parte di un unico contesto: secondo l’ipotesi della Procura, l’assessore Amata avrebbe sostenuto e promosso l’evento «Donne, economia e potere» del dicembre 2023, organizzato da una Fondazione e finanziato con 30 mila euro dall’assessorato regionale, secondo l’accusa, in cambio dell’assunzione di un nipote.

Figlio della sorella dell’assessore, sarebbe stato assunto nella società amministrata da Caterina Cannariato. Il giovane avrebbe lavorato dall’autunno 2023 alla primavera 2024, beneficiando anche di un alloggio pagato dalla stessa imprenditrice per un totale di 4.590,90 euro.

Secondo la Procura, il quadro sarebbe confermato da numerose intercettazioni. L’assessore, sentita dai magistrati, avrebbe riconosciuto di essersi adoperata per aiutare il nipote in un momento di particolare sofferenza familiare, negando finalità improprie. Intanto gli inquirenti hanno definitivamente separato i vari filoni investigativi che coinvolgono Regione e Assemblea regionale. In un altro procedimento è indagato il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, per presunti episodi corruttivi non collegati al fascicolo di Amata.

L’udienza preliminare nei confronti di Amata e Cannariato si terrà il 13 gennaio davanti al Gup Walter Turturici.

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Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.

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Redazione