La siccità e il collasso delle infrastrutture irrigue continuano a mettere in ginocchio le campagne del Catanese, compromettendo in modo cronico la produzione agricola e la sopravvivenza stessa delle aziende. A lanciare un nuovo grido d’allarme è Giosuè Catania, presidente della Cia Sicilia Orientale, che ieri ha scritto al prefetto di Catania, Pietro Signoriello, per chiedere un incontro urgente con sindaci, Regione, Consorzio di Bonifica e organizzazioni produttive. «Ormai siamo fuori tempo massimo – denuncia Catania –. Le aziende agricole, già da tre anni, affrontano stagioni disastrose. I danni sono incalcolabili e l’intero sistema è al collasso. Non si può più rimandare: servono interventi straordinari e immediati». Il presidente della Cia punta il dito contro le responsabilità politiche e gestionali, definendo inaccettabili le condizioni della rete irrigua e il continuo rinvio della riforma dei Consorzi di Bonifica, da decenni bloccata all’Assemblea Regionale Siciliana.
Nel comprensorio calatino, gli invasi hanno quest’anno disponibilità idrica sufficiente, ma l’acqua non arriva nei campi. Le tubazioni, fatiscenti e mal gestite, saltano continuamente, impedendo qualsiasi programmazione delle irrigazioni. «Il turno per irrigare arriva ogni 21 giorni – spiega Catania –. Se anche l’acqua fosse disponibile domani, l’ultima azienda utile potrebbe irrigare solo a metà agosto. Tutto ciò è assurdo, anche perché il ruolo irriguo viene pagato in anticipo». Accanto alla crisi idrica, anche le difficoltà economiche del territorio diventano sempre più evidenti. La Uil di Catania, per voce della segretaria Enza Meli, interviene con un’altra denuncia: Catania è fanalino di coda tra le città metropolitane per i contributi statali legati al contrasto dell’evasione fiscale. «Zero euro ricevuti – sottolinea Meli –. L’Amministrazione comunale deve spiegare perché non si riesce a ottenere risorse che altrove arrivano regolarmente. Servono personale formato, uffici efficienti, investimenti in formazione e strumenti digitali per accedere ai dati. È una questione di giustizia sociale».
Mentre il comparto agricolo affonda e le imprese lottano per sopravvivere, si cerca anche di guardare al futuro con iniziative culturali e di rigenerazione urbana. È stato infatti prorogato fino al 4 agosto il termine per la presentazione delle idee progettuali nell’ambito della “Call for Ideas” per la candidatura di Catania a Capitale Italiana della Cultura 2028. Il bando è rivolto a enti pubblici, associazioni, fondazioni, imprese culturali, soggetti del Terzo Settore e cittadini, con l’invito a proporre progetti legati a inclusività, sostenibilità, innovazione e rigenerazione urbana. Dunque tra emergenze irrisolte e aspirazioni di rilancio, la città e il suo hinterland devono decidere se continuare a sopravvivere nelle emergenze o reagire con visione e determinazione.