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Siracusa, focus su Zes Unica: sinergia tra Intesa Sanpaolo e Confindustria per il rilancio del Sud

All’incontro nella sede di Confindustria Siracusa si è discusso delle nuove misure previste dall’accordo Intesa Sanpaolo–Confindustria per favorire gli investimenti delle imprese e rilanciare la competitività economica della Sicilia.

SIRACUSA – Cogliere le opportunità di sviluppo offerte dalla Zes Unica del Sud attraverso il nuovo accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria è stato il tema centrale dell’incontro che si è svolto ieri presso la sede di Confindustria Siracusa. Presenti il presidente Gian Piero Reale e Giuseppe Nargi, Direttore regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, insieme al Coordinatore della Struttura di missione Zes Unica del Sud, Giuseppe Romano. Al centro del confronto, le strategie per attrarre nuovi investimenti e sostenere la crescita del sistema produttivo siciliano.

Il nuovo accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo, siglato lo scorso gennaio dal presidente Emanuele Orsini e dal Ceo Carlo Messina, prevede 200 miliardi di euro fino al 2028, di cui 6 miliardi destinati alla Sicilia, per sostenere la crescita delle imprese e il raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Il piano punta a integrare le risorse del programma Transizione 5.0 con strumenti di credito e investimento dedicati alle aziende che puntano su innovazione, energia e digitalizzazione.

Particolare attenzione è stata riservata alla Zes Unica, vista come una leva strategica per la crescita del tessuto economico meridionale. Sono state presentate misure ad hoc per favorire l’ammodernamento degli insediamenti produttivi, il rilancio delle aree industriali e il potenziamento della connettività e delle infrastrutture. “La Sicilia – è stato sottolineato – può giocare un ruolo decisivo nella crescita del Mezzogiorno grazie alla presenza di un ecosistema produttivo che unisce manifattura, turismo, energia e innovazione.”

Nel corso dei lavori è intervenuto anche Natale Mazzuca, vicepresidente di Confindustria per le Politiche strategiche del Mezzogiorno, insieme a Salvio Capasso, responsabile Servizio economia delle imprese e del territorio del centro studi SRM collegato a Intesa Sanpaolo. Capasso ha evidenziato che negli ultimi anni le performance economiche del Sud sono in ripresa rispetto al Centro-Nord, con un indice sintetico dell’economia meridionale pari a 541,3, circa 70 punti in più rispetto al 2019.

Secondo i dati presentati, la Sicilia contribuisce con 102 miliardi di euro, pari al 23,1% del valore aggiunto del Sud. La manifattura conta 19.722 imprese e oltre 89.000 occupati, mentre l’export raggiunge 12,2 miliardi di euro. Le Zes, ha ricordato Intesa Sanpaolo, rappresentano uno strumento di politica industriale innovativo, capace di coniugare sviluppo sostenibile e competitività internazionale. “Affinché la Zes esprima tutto il suo potenziale – è stato detto – è essenziale un ecosistema locale efficiente che sostenga le imprese e favorisca l’accesso al credito.”

La Sicilia si distingue per la presenza di diversi pilastri economici rafforzati dalla Zes: farmaceutica e chimica (1,58 miliardi di valore aggiunto e 5,6 miliardi di export), turismo (17,3 milioni di presenze, +5,5% rispetto al 2023), economia del mare (68,7 milioni di tonnellate di merci e 17 milioni di passeggeri movimentati dai porti regionali) ed energia green, settore in cui la Sicilia è la seconda regione del Sud per potenza rinnovabile installata. A questi si aggiunge l’innovazione tecnologica, con oltre 3.200 imprese innovative che rappresentano il 57,7% del totale del Mezzogiorno.

L’incontro ha ribadito la necessità di un piano di sviluppo integrato per il Sud, in cui banche, imprese e istituzioni agiscano in sinergia per attrarre capitali, favorire la crescita sostenibile e generare occupazione stabile.

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Redazione