«La Sicilia è un brand? Sì, ma non troppo. I turisti arrivano in Italia ma la Sicilia deve ancora crescere tanto. Basti pensare che ci sono ancora troppe burocrazie, infrastrutture da sistemare, porti, strade e ferrovie da migliorare». Così il ministro del Turismo Daniela Santanchè, intervistata dal direttore de La Sicilia, Antonello Piraneo, durante “EtnaForum” a Ragalna. «Oggi è cambiata la percezione nei confronti dell’isola – ha detto –. Nel 2024 la Sicilia ha registrato 5,7 milioni di turisti con una prevalenza di stranieri che hanno speso sull’isola 2 miliardi di euro. Sono numeri incoraggianti, ma si può fare di più. Sicuramente si può e si deve crescere».
Il ministro ha ricordato le priorità: «Bisogna risolvere i problemi di infrastrutture, management, porti turistici, formazione e potenziamento delle strutture ricettive. Non possiamo più permetterci di parlare di Etna solo come sfondo delle cartoline. È un vulcano unico al mondo, ma non abbiamo ancora trasformato questa meraviglia in un’attrazione turistica mondiale. Dobbiamo lavorare sull’Etna e trasformarlo in una vera opportunità». Santanchè ha poi rilanciato la sfida della destagionalizzazione: «Il turismo non deve essere solo d’estate, ma dobbiamo riuscire ad allungare la stagione. Questo permetterà di creare più occupazione e più opportunità per il territorio. La Sicilia deve puntare sulla qualità e non sulla quantità, e lo dico con orgoglio perché è un’isola con siti Unesco, bellezze naturali e una tradizione enogastronomica unica».
Sul palco di EtnaForum, con la ministra, anche il sindaco di Ragalna Nino Caruso, insieme a imprenditori e rappresentanti del mondo accademico. L’obiettivo condiviso: creare un sistema che sappia valorizzare le risorse siciliane e rendere il turismo la prima industria nazionale.