Dal prossimo giugno il fondale del porto di Catania sarà finalmente liberato da 38 relitti adagiati fra i 3 e gli 11 metri di profondità. L’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale ha infatti concluso la gara d’appalto – valore superiore a 2 milioni di euro – per la messa in sicurezza, la rimozione e lo smaltimento delle imbarcazioni, per lo più vecchie barche da pesca in legno o vetroresina, ma anche motovedette, pescherecci e natanti da diporto lunghi fino a 20 metri.
«Nel febbraio 2022 abbiamo avviato le indagini elettroacustiche per la mappatura del fondale – ricorda il presidente Francesco Di Sarcina – individuando e schedando ogni relitto con dati batimetrici, tipologia di scafo e potenziali criticità ambientali». Il lavoro preliminare ha fornito la base tecnica ed economica per l’appalto, bandito nell’ottobre 2024 e aggiudicato ad aprile a un’impresa specializzata, sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Il cantiere prevede:
perimetrazione delle aree con barriere antinquinamento;
impiego di presìdi antipollution in tutte le fasi di recupero;
sollevamento dei relitti con pontone-gru e trasferimento in un cantiere autorizzato per la demolizione e il recupero dei materiali.
Il cronoprogramma stima circa 260 giorni di lavori per completare rimozione, demolizione e smaltimento/recupero dei rifiuti.
«La riqualificazione del porto prosegue a 360 gradi – conclude Di Sarcina –: infrastrutture, servizi, organizzazione e, non da ultimo, decoro. Eliminare questi relitti è un passo decisivo per valorizzare il mare e garantire la sicurezza della navigazione nell’area portuale».