
Regione siciliana (cataniaoggi.it-facebook)
La manovra finanziaria del governo regionale ha superato il primo passaggio in giunta e si prepara ad affrontare l’esame delle commissioni dell’Assemblea regionale siciliana. Il documento, approvato dall’esecutivo guidato dal presidente Renato Schifani, delinea una nuova redistribuzione delle risorse tra i vari assessorati, ma sullo sfondo si apre già una trattativa politica che ruota attorno a un pacchetto da 200 milioni di euro, destinato ad accogliere le richieste dei partiti di maggioranza prima del voto in Aula. Il vertice politico, rinviato a giovedì per impegni del commissario regionale di Fratelli d’Italia Luca Sbardella, servirà a trovare la sintesi tra le forze del centrodestra. La posta in gioco è alta: da un lato il via libera alla Finanziaria 2026, dall’altro l’equilibrio tra partiti e assessorati, con la Democrazia Cristiana e la Lega pronte a difendere le posizioni acquisite nella prima bozza.
Secondo il testo approvato in giunta, la fetta più ampia del bilancio spetta all’assessorato alle Autonomie locali, guidato da Andrea Messina (DC), che gestirà 578 milioni di euro. Una cifra che include i fondi per Comuni e Province, le risorse per le funzioni fondamentali e gli incentivi ai sindaci che esternalizzano la riscossione dei tributi. È il capitolo più pesante della manovra e riflette il ruolo politico dell’area cuffariana nella coalizione. Segue l’assessorato alla Famiglia e al Lavoro, retto da Nuccia Albano (DC), con 221 milioni di euro. La parte più consistente del pacchetto è destinata agli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato – 150 milioni di euro – e alla decontribuzione del 10% per le imprese che assumono o stabilizzano personale. Sono previsti anche 50 milioni per l’occupazione legata ai nuovi investimenti e 18 milioni per rilanciare il progetto South Working, che punta ad attrarre lavoratori siciliani in smart working. A completare il quadro, 2 milioni per nuovi spazi di coworking e 1 milione per interventi contro il disagio sociale.
Il terzo capitolo, riguarda l’Agricoltura, sotto la guida del leghista Luca Sammartino, che disporrà di 178 milioni di euro destinati al Dipartimento per lo Sviluppo rurale e alla gestione del personale forestale. E proprio sul tema dei forestali la Lega spinge per un ulteriore stanziamento: un emendamento da 40 milioni di euro per incrementare il numero di giornate lavorative e lo stipendio dei 16 mila operai stagionali. Una misura condivisa dalla maggioranza ma che dovrà essere calibrata in sede di vertice, visto che alcuni alleati chiedono di ampliare le risorse per garantire anche il turn over.
Segue l’assessorato al Territorio e Ambiente, guidato da Giusi Savarino (FdI), che avrà a disposizione 113 milioni di euro per la forestazione, l’antincendio e la formazione del personale dedicato alla prevenzione dei roghi boschivi. A questi si aggiungono 15 milioni per nuove assunzioni nel Corpo forestale e 1,2 milioni per i programmi formativi. Sul fronte dell’Economia, il tecnico Alessandro Dagnino (FI) potrà contare su 32,9 milioni di euro, suddivisi tra il sostegno a Siciliacque (19 milioni), le aree a burocrazia semplificata (4 milioni) e il nuovo fondo per l’editoria (4 milioni), misura accolta con favore dagli operatori del settore.
Alle Infrastrutture di Alessandro Aricò (FdI) spettano 15 milioni di euro, risorse destinate al bonus edilizio, apprezzato dall’Ance e dal suo presidente Salvo Russo. «Consentirà di creare nuovi impieghi e rilanciare l’edilizia privata», ha commentato Russo. Più prudente la posizione della Cgil: il segretario regionale Alfio Mannino ha ricordato che «mentre in passato la Regione stanziava fino a 800 milioni l’anno per politiche attive sul lavoro, oggi se ne prevedono appena 200, a carico esclusivo della Sicilia».
Nel pacchetto di proposte che la giunta presenterà in aula rientra anche l’intervento per i Comuni sull’invio all’estero dei rifiuti indifferenziati, misura trasversale sostenuta da più partiti. Attualmente la Regione spende circa 100 milioni di euro l’anno per lo smaltimento fuori dall’Isola, cifra che crescerà nel 2026 in attesa dei nuovi impianti di trattamento. Sul fronte sociale, la Democrazia Cristiana propone fondi per il contrasto alla crisi idrica e misure a favore degli artigiani e delle piccole imprese, con l’obiettivo di ridurre il costo del credito.
Spazio anche alla sanità, con 6,2 milioni di euro per potenziare il sistema di prenotazione digitale delle visite e degli interventi. Il progetto sarà gestito da Sicilia Digitale e punta ad abbattere le liste d’attesa attraverso un nuovo software che segnalerà in tempo reale gli ospedali e gli ambulatori con disponibilità immediata. A completare il quadro, l’assessorato alla Salute, retto da Daniela Faraoni, potrà contare su ulteriori 3,5 milioni di euro per avviare il progetto sovra-CUP e per nuove assunzioni nei servizi sanitari.
Capitolo più leggero quello dei Beni culturali, affidati a Fratelli d’Italia, con appena 1 milione di euro stanziato, mentre restano senza copertura gli assessorati al Turismo (FdI), all’Energia (MpA) e alle Attività produttive (FI). In totale, la fotografia della manovra mostra una prevalenza politica chiara: la Democrazia Cristiana e la Lega concentrano oltre 800 milioni di euro, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia si spartiscono i capitoli di spesa minori. Il percorso della Finanziaria è tutt’altro che concluso. Le commissioni dell’Ars si riuniranno nelle prossime settimane per valutare gli emendamenti e ridefinire alcune priorità. Ma la prima bozza approvata dalla giunta offre già un quadro nitido delle linee politiche e delle scelte economiche con cui il governo Schifani intende affrontare il 2026: più risorse ai Comuni, incentivi al lavoro, attenzione a sanità e ambiente, e una redistribuzione che, almeno per ora, cementa gli equilibri della maggioranza.