
Nel 2025 oltre cento uomini hanno avviato un percorso psicoeducativo nei centri C.U.A.V. di Catania e Siracusa, un dato in forte crescita che fotografa una nuova consapevolezza maschile nella lotta alla violenza domestica.
A Catania sono sempre di più gli uomini che decidono di intraprendere un percorso psicoeducativo presso il centro C.U.A.V. – Centro per Uomini Autori di Violenza. “Il Primo Passo”, il servizio attivato dall’Associazione Centro FamigliE e aderente alla rete RELIVE – Relazioni libere dalle violenze, porta avanti da otto anni un modello di intervento innovativo per accogliere, sostenere e prendere in carico uomini che agiscono comportamenti maltrattanti.
In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, lo psicologo e psicoterapeuta Antonello Arculeo traccia un bilancio dell’attività del centro. «Il C.U.A.V., presente dal 2018 a Catania e dal 2023 a Siracusa, negli ultimi anni ha triplicato il numero degli utenti che chiedono di seguire percorsi psicoeducativi: dalle 29 richieste del 2023 alle 76 del 2024, fino ai 106 utenti del 2025».
Un dato a cui si aggiungono gli uomini “ammoniti” contattati su mandato delle Questure di Catania e Siracusa: nel 2025, circa 400 nella provincia etnea e un centinaio in quella aretusea.
«Lavoriamo in sinergia con centri antiviolenza, servizi sociali, tribunali e forze dell’ordine – spiega Arculeo – perché riteniamo essenziale mettere in campo interventi efficaci, capaci di aiutare gli uomini a riconoscere e modificare i propri comportamenti disfunzionali. Responsabilità e consapevolezza: questa è la nostra mission nella lotta al femminicidio».
Al centro accedono sia uomini inviati dal Tribunale, che possono ottenere una sospensione della pena dopo la conclusione del percorso, sia uomini che si rivolgono spontaneamente al servizio. «Il 90% degli utenti – precisa Arculeo – riguarda soggetti condannati nell’ambito del Codice Rosso».
Il lavoro dei C.U.A.V. non riguarda solo l’emergenza, ma pretende di incidere sul cambiamento sociale. Tuttavia, le risorse economiche disponibili restano limitate e irregolari: «Non bastano a fronteggiare il crescente numero di richieste».
Arculeo ricorda inoltre l’impegno di Centro FamigliE nel progetto nazionale Re.S.P.I.R.O. rivolto agli orfani e ai nuclei colpiti da femminicidio, attivo da quattro anni e già rifinanziato fino al 2029.
Nella sede C.U.A.V. di via Lavaggi opera in prima linea la psicoterapeuta Valeria Squatrito, che racconta: «Molti uomini portano con sé credenze radicate che attribuiscono ruoli rigidi ai generi. È difficile metterle in discussione, ma il cambiamento è possibile. È emozionante vedere uomini che, dopo il percorso, intervengono per difendere una donna sconosciuta vittima di aggressione verbale. Gesti che dimostrano che la responsabilizzazione può diventare rispetto, cura e consapevolezza».